Il RoC, acronimo di Rate of Change, è un indicatore di momentum che misura la variazione percentuale tra i prezzi di due periodi, mettendo in rapporto l'ultimo prezzo di chiusura con N altri periodi di chiusura precedenti. A differenza degli oscillatori, il RoC non si muove all’interno di fasce prestabilite e non presenta nessun livello standard fisso di Ipercomprato o Ipervenduto. Il suo valore fluttua al di sopra e al di sotto della linea dello zero, a seconda che assuma un valore positivo o negativo. La fluttuazione intorno alla linea dello zero è consentita nella presenza nella formula per il calcolo dell'indicatore del numero 100, usato per moltiplicare il risultato del rapporto tra l'ultimo prezzo di chiusura e gli N precedenti. Per calcolare il RoC è usata la seguente formula:
[(Chiusura ultimo periodo - chiusura di N periodi precedenti) /chiusura N periodi precedenti] x 100
Volendo fare un esempio, per calcolare il ROC di una qualunque asset class che sto analizzando, siano indici di Borsa, azioni, valute o materie prime, devo prendere il prezzo di chiusura più recente e dividenderlo per il prezzo di chiusura di x giorni prima e moltiplicato per 100. Se l'intervallo preso in esame è di 10 giorni, per ottenere il ROC dovrò prendere l'ultimo prezzo di chiusura, dividerlo per il prezzo delle 10 chiusure precedenti e infine moltiplicarlo per 100.
RoC: personalizzazione, interpretazione e strategie operative con l'indicatore
Come per gran parte degli indicatori e oscillatori il Rate of Change è personalizzabile secondo il proprio stile di trading. Tradizionalmente un settaggio a 12 periodi è considerato di breve e più nervoso, mentre un’impostazione a 25 periodi è più consona all'operatività di medio-lungo termine.
La formula di costruzione del RoC gli permette di gravitare intorno allo 0. Gli attraversamenti della linea dell’indicatore con lo 0 possono essere sfruttati come segnali operativi: se la linea dello 0 viene superata al rialzo scatta un segnale long, viceversa ne scatta uno short. Il difetto di tale metodologia è quello di fornire un numero elevato di falsi segnali.
Un altro sistema operativo si basa sullo sfruttare le soglie estreme raggiunte dai picchi dell’indicatore utilizzandole come aree di Ipercomprato e Ipervenduto per strategie controtrend. Se il RoC dovesse registrare un eccesso rialzista si potrà valutare una strategia di natura short al verificarsi di alcune condizioni (come la creazione di un pattern di analisi candlestick) e viceversa per un eccesso di ribassi.
L’ultima strategia operativa utilizzabile con il RoC è quella delle divergenze prezzo/indicatore. Tradizionalmente identifichiamo quattro divergenze: regolare rialzista, regolare ribassista, nascosta rialzista e nascosta ribassista.
Una divergenza regolare indica una possibile inversione del trend in corso. Una divergenza regolare rialzista si presenta quando i prezzi segnano minimi decrescenti con il RoC che evidenzia lows crescenti. Al contrario, la divergenza regolare ribassista si ha quando i prezzi segnano top crescenti e il RoC evidenzia massimi decrescenti. Quando si presenta tale fenomeno si è di fronte ad un rallentamento della forza della tendenza in atto.
Le divergenze nascoste indicano una possibile continuazione del trend in corso. Si avrà una divergenza nascosta rialzista quando le quotazioni segnano minimi crescenti e il RoC registra minimi decrescenti. Una divergenza nascosta ribassista si presenterà invece quando a massimi crescenti dei prezzi corrispondono massimi decrescenti del RoC.