L’OBV, acronimo di On Balance Volume, è un indicatore sviluppato da Joseph Granville e descritto nel suo libro “New key to stock market profits” nel 1963. L’obiettivo di questo strumento è quello di esprimere la differente pressione tra compratori e venditori su un certo asset basandosi sui volumi. Proprio quest’ultimo elemento dei prezzi è la chiave su cui si basa la logica dell’algoritmo: sedute rialziste dovrebbero avere volumi in crescita, mentre sessioni negative sarebbero accompagnate da una loro diminuzione. Premettendo che a periodi rialzisti vengono associati volumi positivi e periodi ribassisti avranno volumi negativi, la formula dell’OBV è la seguente:
-
con chiusura del periodo osservato-chiusura precedente>0, il volume sarà positivo (+V);
-
con chiusura del periodo osservato-chiusura precedente<0, il volume sarà negativo (-V);
L’OBV sarà quindi uguale a: +/-V+I, dove la I evidenzia il valore dell’indicatore nel periodo precedente.
Indicatore OBV: personalizzazione e interpretazione
In analisi tecnica, l’OBV può essere utilizzato per carpire informazioni sulla tendenza in corso. L’indicatore infatti sale quando i volumi dei periodi positivi superano quelli dei periodi negativi, mentre scende quando i volumi dei periodi negativi superano quelli dei periodi positivi. Sono tre i segnali operativi che si possono sfruttare tramite questo algoritmo. Il primo è quello di osservare se l’andamento delle quotazioni va o meno in sintonia con quello dell’indicatore. Un trend rialzista avrà la possibilità di continuare quando le correzioni saranno accompagnate da una crescita dell’OBV. Al contrario, una tendenza ribassista ha maggiori possibilità di proseguire quando i rimbalzi sono abbinati a una contrazione dell’OBV. Un’altra indicazione si basa sulle considerazioni dello stesso Granville, che sottolinea come i volumi siano segnali anticipatori del movimento dei prezzi. In tal senso potrebbe risultare utile segnare dei supporti o delle resistenze sulla linea dell’algoritmo, sfruttando le sue rotture come segnale premonitore dell’andamento delle quotazioni. Infine, l’ultima strategia si basa sulle classiche divergenze prezzo/indicatore.
Esistono quattro tipi di divergenza: regolare rialzista, regolare ribassista, nascosta rialzista e nascosta ribassista. Una divergenza regolare indica una possibile inversione del trend in corso. Una divergenza regolare rialzista si presenta quando i prezzi segnano minimi decrescenti con l’OBV che evidenzia lows crescenti. Al contrario, la divergenza regolare ribassista si ha quando i prezzi segnano top crescenti e l’OBV evidenzia massimi decrescenti. Quando si presenta tale fenomeno si è di fronte ad un rallentamento della forza della tendenza in atto. Le divergenze nascoste indicano una possibile continuazione del trend in corso. Si avrà una divergenza nascosta rialzista quando le quotazioni segnano minimi crescenti e l’OBV registra minimi decrescenti. Una divergenza nascosta ribassista si presenterà invece quando a massimi crescenti dei prezzi corrispondono massimi decrescenti dell’OBV.
A causa della sua formula, l’OBV non è personalizzabile.