Con il prossimo marzo inizierà il percorso di rialzo dei tassi da parte della Fed, che corrisponderà alla fine del programma di tapering. La stessa cosa accadrà in altre zone del mondo sviluppato dove gli stimoli monetari verranno gradualmente rimossi per lasciare spazio ad una politica monetaria meno accomodante, con l’obiettivo di contrastare l’inflazione che di recente ha toccato il 7% negli USA e il 5% in Europa.
Il mercato ha già preso atto di queste mosse delle Banche centrali abbassando le aspettative di inflazione nei prossimi 5 e 10 anni e soprattutto alzando i rendimenti reali, generati dalla differenza tra tassi nominali offerti dai titoli di stato (il decennale americano è vicino al 2%) e attese di inflazione (sempre negli USA scese sotto il 2,5%).
Rimaniamo ancora in un ambiente di tassi reali negativi, ma meno di prima. Ecco perché le Borse non scendono troppo. Gli istituti centrali tutto sommato hanno ancora un atteggiamento espansivo: questo è il motivo perché l’oro non perde valore. I tassi reali restano negativi, quindi la remunerazione da cedola obbligazionaria non è così conveniente da consigliare un arbitraggio vendendo il metallo giallo per comprare bond.
Oro: situazione simile al 2013?
Può essere utile a questo punto andare a verificare cosa è accaduto nel 2012-2013, periodo che anticipò e poi coincise con l’avvio del tapering deciso dall’allora Governatore della Fed Ben Bernanke. Come possiamo vedere dal grafico, dopo un massimo nel 2011, l'oro avviò una lunga fase di consolidamento a massimi e minimi convergenti.
Nel 2013, quando il tapering prese il via, la rottura verso il basso avviò una lunga fase di calo che culminò paradossalmente nel minimo del 2015, proprio quando la Federal Reserve cominciò ad alzare i tassi. Graficamente oggi non siamo in una condizione molto differente, diverse sono le politiche monetarie. La riduzione degli acquisti è cominciata da qualche mese e sta per arrivare alla fine. I tassi a marzo dovrebbero salire: l’oro è quindi in ritardo nella discesa oppure ci sta dicendo qualcosa di diverso?ù
Oro: analisi tecnica e scenari operativi
L’analista tecnico deve essere aperto a due possibilità: se ci sarà una rottura verso l'alto, con l'oro oltre i 1.870 dollari, è probabile che i mercati finanziari entrino in fibrillazione sulla sensazione di una Fed incapace di riprendere il controllo dell’inflazione. Il trigger potrebbe essere rappresentato anche dalle tensioni geopolitiche alle porte dell'Europa, con una guerra Russia-Ucraina che dirotterebbe molte risorse verso il bene rifugio per eccellenza.
Andare lunghi di oro sarà una scelta corretta e protettiva del portafoglio di investimento azionario. Ma sarà anche una scelta corretta di copertura in caso di svalutazione del dollaro USA, storicamente a correlazione inversa con il prezzo del metallo giallo.
Se invece si dovesse verificare una rottura dei 1.750 dollari, la parabola discendente potrà riprendere il suo corso in pieno stile 2013-2016. Il momento tecnico è molto interessante e tutto da seguire.