Bill Ackman punta contro il dollaro di Hong Kong. Il grande gestore di hedge fund e fondatore di Pershing Square Capital Management ha annunciato di detenere un'importante posizione ribassista sulla valuta asiatica,
realizzata tramite l'acquisto di opzioni put, poichè ritiene il peg rispetto al dollaro USA sia destinato a saltare.
Il dollaro HK da quattro decenni è legato al biglietto verde mediante una stretta banda di negoziazione che ne limita il movimento e finora ha funzionato senza interruzioni. Il currency board della Hong Kong Monetary Authority ha il mandato di entrare in acquisto di dollari HK quando il cambio con il dollaro USA si indirizza verso la parte bassa della fascia di oscillazione. In questo modo restringe la politica monetaria, poiché fornisce meno denaro a breve termine come forma di prestiti alle banche.
Ackman però non crede che l'ancoraggio possa durare ancora a lungo. "È solo una questione di tempo prima che salti", ha affermato. Da diverso tempo il dollaro HK manifesta una vistosa debolezza e negli ultimi sei mesi si è stabilmente mantenuto nella parte bassa dell'intervallo di negoziazione in area 7,85.
Tutto ciò è avvenuto essenzialmente per effetto della politica monetaria della
Federal Reserve che, alzando i tassi d'interesse, ha spinto al rialzo il biglietto verde. Al contrario, la Banca Centrale di Hong Kong ha dovuto combattere per arginare le cadute innescate dai blocchi per il Covid-19 e dal crollo delle esportazioni.
A Hong Kong i tassi sono stati recentemente aumentati fino a collocarsi al di sopra di quelli statunitensi. Inoltre, da giugno l'HKMA ha già drenato due terzi del saldo aggregato di Hong Kong, un indicatore dei livelli di liquidità nel sistema bancario, a un minimo biennale di 100 miliardi di dollari di HK, pari a 12,8 miliardi di dollari USA.
Dollaro HK: perché è difficile che perda l'ancoraggio con il Dollaro USA
Ackman non è l'unico che si è messo in posizione contrarian sul dollaro di Hong Kong. Negli anni, anche grandi investitori come
George Soros e Kyle Bass hanno provato a sfidare il floor, salvo poi doversi arrendere abbandonando le posizioni.
Una rottura del peg potrebbe rappresentare un fattore dirompente, quasi come quando la
Swiss National Bank rimosse a sorpresa l'ancoraggio del franco svizzero all'euro il 15 gennaio 2015 scatenando un terremoto nei mercati valutari. A ottobre di quest'anno, l'Egitto ha abbandonato il suo ancoraggio al dollaro USA come parte di un accordo con il
Fondo monetario internazionale. La sterlina egiziana ha poi perso il 20% del suo valore nell'arco di un mese.
Secondo gli esperti, però, sarà difficile che si ripetano eventi del genere, in quanto la Banca Centrale di Hong Kong ha riserve talmente ampie che è in grado di difendere il cambio. Kelvin Lau, economista senior di Standard Chartered, non vede alcun segnale di stress sul peg, nonostante i numerosi interventi quest'anno da parte delle Autorità monetarie. "Se scommetti contro il dollaro di Hong Kong, sei destinato a perdere", ha rivelato Paul Chan, segretario finanziario di Hong Kong in un forum finanziario questo mese.