Nelle ultime settimane i principali indici americani si sono mostrati in grande spolvero aggiornando i record storici, nonostante le numerose nubi che si affacciano minacciose nello scenario dei mercati finanziari nei prossimi mesi. La variante Delta, la situazione in Afghanistan e il probabile tapering della Fed sono solo alcune delle possibili micce che potranno esplodere da qui in avanti.
Gli investitori per ora rimangono affezionati alle azioni, con il NASDAQ-100 che viaggia sopra i 15.000 punti e l'indice S&P 500 che alcune banche d'affari vedono dirottato verso i 5.000 punti entro il 2022. In questo contesto c'è però un segnale che farebbe allarmare il mercato e che non andrebbe affatto sottovalutato: gli operatori hanno ridotto la leva finanziaria.
Azioni: ecco perché si è ridotta la leva finanziaria
Uno studio elaborato dalla Financial Industry Regulatory Authority, organismo di regolamentazione di Wall Street, ha messo in luce come gli investitori abbiano contratto i prestiti per investire in azioni nel mese di luglio da 882 a 844 miliardi di dollari. Questa è la prima volta che succede da quando è scoppiata la crisi pandemica.
Le rilevazioni sono state confermate da Goldman Sachs e Morgan Stanley. Le due banche d'affari infatti hanno riferito come gli hedge fund che operano attraverso di esse abbiano ridotto notevolmente la leva finanziaria. In aggiunta, vi sono i dati rilasciati da uno dei più grandi broker americani, alias Interactive Broker. Quest'ultimo riporta prestiti a margine degli 1,5 milioni di clienti serviti di circa 48 miliardi di dollari in meno nel mese di luglio rispetto a quello precedente, con una riduzione del 2%.
A cosa è da attribuire questo? Vi possono essere diverse ragioni. Innanzitutto la sensazione diffusa che la fine della pandemia sia ancora lontana e nuove restrizioni che colpiscono ancora una volta l'economia siano da mettere in conto.
In secondo luogo molti fondi hanno dovuto sostenere perdite notevoli in portafoglio per effetto della repressione delle Authority cinesi. Goldman Sachs a tal proposito ha analizzato circa 813 hedge fund e ha evidenziato come un terzo abbia preso posizioni sulle azioni tech cinesi, in particolar modo su quelle di Alibaba. La scottatura generata dal calo delle azioni ha avuto 2 logiche conseguenze: la riduzione delle quote in queste tipologie di titoli e il taglio della leva adoperata.
Infine una certa influenza l'ha avuta anche l'affaire Archegos, che ha comportato perdite per oltre 10 miliardi di dollari per banche d'affari come Morgan Stanley e Credit Suisse. Da allora molti istituti di credito hanno inasprito le condizioni per il prestito a margine verso alcuni clienti e hanno richiesto garanzie aggiuntive ad alcuni fondi speculativi.
Azioni: cosa succede con la riduzione leva finanziaria
Cosa c'è da aspettarsi adesso per i mercati azionari con la riduzione della possibilità di finanziarsi per investire in azioni? Sicuramente l'attività speculativa potrebbe subire un freno, anche perché come afferma Steve Sosnick, Chief Strategist di Interactive Brokers, i livelli di speculazione che si sono visti a inizio anno erano effettivamente insostenibili. Questo non significa necessariamente un calo del prezzo delle azioni, poiché molti utilizzano il potentissimo strumento delle opzioni per scommettere sul sottostante.
In realtà, tutto quanto si intreccia con quanto deciderà la Fed in termini monetari nelle prossime riunioni del FOMC. Se come si vocifera la Banca Centrale americana ridurrà la liquidità immessa nel mercato attraverso il tapering, questo si potrà riflettere sulle Borse e dare maggiore peso alla riduzione della leva finanziaria. In caso contrario, non è da escludere che anche nei prossimi mesi vedremo gli indici azionari aggiornare i top di sempre.