L’ottimismo sui mercati finanziari e la modalità risk-on sono hanno guidato l'andamento delle quotazioni anche durante la prima settimana di giugno. La volatilità sugli indici di Borsa è diminuita, con i listini europei che giorno dopo giorno segnavano record storici o di periodo.
Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti, tra giovedì e venerdì abbiamo assistito alla riconferma della tendenza in atto nell'ultimo periodo: all'uscita dei dati macroeconomici al di sotto delle attese i panieri USA, specie il NASDAQ-100, hanno reagito con un deciso sprint al rialzo.
Lo scorso 4 giugno, dopo aver assistito ai dati sul mercato del lavoro americano, il future dell’indice tecnologico è stato inesorabilmente puntato al rialzo chiudendo la giornata e la settimana in area di massimi: una tragedia per chi aveva deciso di posizionarsi short.
La rilevazione sull’occupazione non è stato negativa, oltre mezzo milione di nuovi posti di lavoro sono ovviamente qualcosa di positivo, ma è stato inferiore alle attese. Questo è bastato agli operatori per scommettere nuovamente su un perdurare indefinito delle politiche ultra-accomodanti di Federal Reserve e Governo.
Mercati: la problematica della tassa minima
Non preoccupano più i vecchi timori, in primis l'inflazione, e si guarda ad un futuro dove non è ancora stata scritta la data di scadenza di questa fase di politica monetaria. Rimanendo in tema USA e NASDAQ mi sorge spontanea una riflessione che troverà risposte certe nel breve periodo, ovvero tutto il tema legato alla "minimum tax" e a nuovi sistemi di calcolo per l'imposizione fiscale dei colossi tech.
In questi giorni si è tenuto il G7 dei ministri dell’economia a Londra, tra una decina di giorni ci sarà quello dei capi di Stato e di Governo e a luglio il G20 a Venezia, il cui tema centrale sarà l’accordo sull’idea di tassa minima proposta da Joe Biden e l’attacco ai principali gruppi del comparto tecnologico da parte degli Stati europei.
Le grandi aziende del settore tecnologico pesano circa il 50% della capitalizzazione del NASDAQ-100 e sottraggono al fisco dei maggiori Paesi del Vecchio Continente centinaia di miliardi di euro in ricavi spostando la sede legale o la distribuzione di profitti e royalties in quegli Stati a fiscalità agevolata.
Tendo a credere che un attacco duro e serrato da parte dei leader europei con alla Casa Bianca un inquilino più aperto al dialogo e pro tasse rispetto a Donald Trump possa essere un vero rischio per i colossi del web e credo che ciò vada direttamente a colpire la loro redditività nel prossimo futuro.
Per ora il mercato non prezza questa mia visione, sarà interessante vedere come si muoveranno i prezzi durante le trattative diplomatiche delle prossime settimane.
Mercati: l'andamento dei principali indici di Borsa, cambi valutari e titoli di Stato
Guardando in casa nostra, il FTSE Mib resta forte sopra 25.000 punti, soglia psicologica importante, con i bancari tonici e Intesa Sanpaolo che è pronta per toccare i 2,5 euro ad azione. Per quanto riguarda i tassi d’intesse dei principali titoli di Stato, negli ultimi giorni c’è stato un'inversione e i tassi sono tornati a scendere, specialmente in Europa. Anche per il T-Note americano resta stabile il rendimento sotto la soglia di 1,60%.
Nel mercato valutario troviamo un dollaro USA sempre debole nel medio periodo rispetto alle principali divise e un Dollar Index adagiato sui 90 punti, livello mediamente basso. Nell'ultima ottava il biglietto verde ha tuttavia dato segni di forza migliorando la propria posizione nei confronti di Euro, Sterlina inglese e Yen.
Fino a che la politica monetaria americana rimarrà quella attuale e la propensione al rischio elevata sarà difficile vedere un recupero forte del Dollaro USA, la cui debolezza rende più “dolce” l’innalzamento dei prezzi delle materie prime, che esprimono il proprio prezzo in Dollari.
Diario di trading: come è andata la scorsa settimana
Entrando nel vivo della mia operatività andiamo a vedere come sono andate le posizioni che avevo deciso di prendere lo scorso weekend:
- Short EUR/USD: quasi a target, ho chiuso con una figura di profitto avendo messo uno stop in profit a 1,2130 quando il prezzo aveva quasi toccato il target di 1,2100. Ottimo guadagno, aspettavo questo movimento da qualche settimana.
- Short DAX in apertura: nonostante il principale indice di Borsa tedesco abbia chiuso la settimana sul massimo storico, lo short in apertura mi ha portato 4 profitti su 5 giornate (tutte tranne martedì). Questo fa ben capire come un trader riesca a guadagnare anche quando non indovina esattamente il trend di fondo ma opta comunque per strategie e tecniche profittevoli in situazioni diverse di mercato.
- Short DAX settimanale: operazione in perdita, circa 150 punti di indice. Per fortuna anche se ha chiuso sui massimi il listino tedesco non ha corso molto questa settimana, con una variazione dell'1%. Utilizzando size ridotte nelle operazioni infrasettimanali sono riuscito a contenere la perdita.
- Long Bitcoin: chiuso sotto 40.000 dollari il primo long a 36.000 dollari e ricomprato nel crollo di sabato 5 giugno allo stesso prezzo. Operazione chiusa in profit e la seconda long da 38.000 dollari ancora aperta.
In generale una settimana profittevole grazie allo scalping sul DAX e all’operazione su EUR/USD.
Diario di trading: le strategie operative della settimana
Per la settimana del 7 Giugno 2021 ho analizzato i mercati e deciso quanto segue:
- Short EUR/USD: continuo la view ribassista, ma da 1,2200 con stop loss a 1,2260 e target a 1,2060
- Short NASDAQ: scalping in apertura e weekly, anche in relazione all’analisi fatta precedentemente
- Long Bitcoin: due operazioni già in essere a 36.000 e 38.000 dollari con target a 44.000 dollari e altri due buy limit a 30.500 dollari e 33.500 dollari.
Buon trading a tutti!