La strabiliante ascesa di Tesla a Wall Street sta esaltando il pubblico degli investitori, che sembra incurante del ritmo con il quale le azioni guadagnano terreno. Il colosso di Palo Alto la scorsa settimana ha superato la capitalizzazione di 1.000 miliardi di dollari con un balzo azionario del 45%, innescato dalla società di autonoleggio Hertz che ha ordinato 100.000 veicoli da esporre nei suoi autosaloni. Stando ai numeri, il gruppo guidato da Elon Musk vale più delle 9 maggiori case automobilistiche messe insieme.
Secondo alcuni analisti, Hertz potrebbe essere solo l'inizio di una fase in cui si apre un ciclo di spese aziendali indirizzate proprio sui veicoli elettrici e dove Tesla ovviamente ne trarrebbe grande beneficio. Inoltre il pioniere delle vetture elettriche è riuscito a gestire meglio degli altri la crisi nella catena di approvvigionamento, grazie alle capacità ingegneristiche del suo condottiero. Questo le offre un vantaggio competitivo non indifferente.
Tesla: investitori ora indecisi sulle azioni
La situazione che si è venuta a determinare dà luogo alla classica spaccatura tra tori e orsi sul titolo Tesla. La dinamica delle azioni addirittura fa assumere le due posizioni in contemporanea in questo frangente storico. Cathie Wood vede le quotazioni salire fino a 3.000 dollari, però di tanto in tanto effettua una sforbiciata delle sue posizioni aperte. Un paio di settimane fa al riguardo la stock picker di Wall Street ha venduto 2,6 milioni di dollari in azioni Tesla attraverso i suoi fondi Ark, approfittando del rally.
Altri fondi sono in questo momento esitanti a prendere posizione in qualsiasi direzione anche perché da un lato temono il difficile rapporto che Elon Musk ha con i regolatori, dall'altro il peso sempre più rilevante del titolo nell'indice S&P 500. A questo ultimo proposito, quando a fine 2020 Tesla fu ammessa nel paniere delle 500 società più capitalizzate rappresentava l'1,8% dell'indice, adesso è arrivata al 2,8%. Questo significa che qualsiasi fondo che compra l'S&P 500 automaticamente incremente la quota d'investimento nelle azioni Tesla.
Tesla: 3 fattori short per le azioni in Borsa
Quali potranno essere i venti contrari a far cambiare direzione al trend in corso? Sono principalmente 3 i fattori da cui gli investitori devono ben guardarsi. Innanzitutto la politica monetaria della Federal Reserve. Domani inizia l'attesissima riunione di 2 giorni del FOMC da cui verranno fuori le decisioni in merito al tapering e le indicazioni sui tassi d'interesse.
La Banca Centrale americana continua a dare una veste di transitorietà all'inflazione, ma gli ultimi risultati sulla crescita dei prezzi e la crisi energetica in corso non fanno stare tranquilli. Quindi ormai sembra scontato un intervento nella direzione di una stretta monetaria anzitempo. Questo potrà rilanciare i rendimenti obbligazionari sul mercato svantaggiando, con l'aumento del costo del finanziamento, proprio società come Tesla che puntano tutto sulla crescita a lungo termine.
Un secondo fattore molto importante da osservare riguarda l'escalation delle tensioni tra USA e Cina. La pandemia ha messo in stand-by alcune situazioni spinose, ma ora che la vaccinazione di massa sembra aver neutralizzato il virus al punto da rendere il problema meno prioritario rispetto a prima, tutte le questioni rimaste in sospeso rischiano di venire a galla e di degenerare. Questo per Tesla sarebbe un grave danno, in quanto il mercato cinese è fondamentale per la sua attività produttiva, rappresentando la piazza più grande del mondo in questo momento.
Infine va fatta una valutazione sul costo eccessivo delle azioni Tesla. Queste ultime vengono scambiate a 130 volte gli utili futuri dell'azienda, una cifra esorbitante se la si paragona a un multiplo di 21 dell'indice S&P 500. Sono molti i gestori che a questo proposito cominciano a pensare che il titolo abbia raggiunto il suo apice e si prepari ora alla discesa. Di conseguenza potrebbero iniziare ad alleggerire le posizioni in essere.