Dopo il rimbalzo degli scorsi giorni, le quotazioni del petrolio WTI sono tornate in difficoltà. A penalizzare i prezzi del greggio sono le rinnovate pressioni sull’offerta, con la situazione sul Canale di Suez in miglioramento.
La portacontainer Ever Giver è stata disincagliata, ma avendo il timone fuori uso non si sa quando il corso d’acqua tornerà navigabile per le 370 navi bloccate. Le stime indicano come ci vorranno almeno sei giorni. Questa notizia è negativa per le quotazioni del greggio, in quanto sono venute meno le paure per un mancato approvvigionamento di circa 10 milioni di barili di petrolio.
La tendenza dell’oro nero rimane generalmente positiva per due principali fattori: il primo è quello relativo alle attese di ripresa economica, anche se meno solide in Europa a causa della lentezza della campagna vaccinale, il secondo riguarda invece le prospettive che al meeting del prossimo 1 aprile l’OPEC+ decida di mantenere l’attuale regime di tagli all’output, pari a 8 milioni di barili al giorno, incluso quello volontario dell’Arabia Saudita.
Petrolio WTI: analisi tecnica e strategie operative
Da un punto di vista grafico le quotazioni del petrolio WTI rimangono inserite all’interno di una tendenza rialzista, con la materia prima che è riuscita a rimbalzare a ridosso del supporto orizzontale espresso dai top del 12 dicembre 2017.
Due i segnali positivi nel medio periodo, relativi alla rottura della linea di tendenza ottenuta collegando i massimi del 10 marzo e 22 giugno 2020 e di quella che unisce i top del 3 ottobre 2018 e del 6 gennaio 2020.
Queste due violazioni hanno permesso alle quotazioni di riassorbire interamente le perdite dovute al sell-off causato dal Covid-19, riportando i corsi verso i massimi da ottobre 2018. Al momento, per il fronte rialzista sarebbe importante che le quotazioni riuscissero a riportarsi al di sopra della trendline che collega i massimi del 24 aprile 2019 a quelli del 7 gennaio 2020, transitante in area 62 dollari.
Questo rialzo permetterebbe ai compratori di tornare verso i massimi annuali, posti al momento a 67,97 dollari. Al contrario, una flessione al di sotto dei 58,12 dollari darebbe ai venditori l’opportunità di tornare verso l’area di concentrazione di domanda compresa tra i 50 e i 55 dollari, dove verrebbe effettuato il pullback dei due livelli dinamici menzionati prima.
Da un punto di vista operativo, la lentezza del recente rimbalzo darebbe la possibilità di valutare strategie di matrice short da 59 dollari con stop loss individuabile a 61,30 dollari ed obiettivo a 56 dollari.