La recessione americana e probabilmente globale sembra diventare una certezza. Le politiche monetarie volte a contrastare l’inflazione hanno reso l’accesso al credito più oneroso e in molti casi faranno salire il costo del denaro sopra il livello di equilibrio. Praticamente tutta la curva dei rendimenti USA è invertita, un messaggio che da sempre lancia il mercato alla Fed per fargli capire che ogni mossa restrittiva da ora in avanti inciderà sulla crescita economica.
Più che le tensioni geopolitiche (da ultima quella tra Stati Uniti e Cina per la questione Taiwan) sono stati i gli aumenti del costo del denaro a rallentare la crescita. Di riflesso il prezzo del petrolio si è raffreddato accodandosi a tutte le altre materie prime (metalli industriali e derrate agricole in primis) che già da settimana avevano subito un vigoroso ribasso.
Petrolio WTI verso l'inversione della tendenza rialzista
Il petrolio sembrava destinato a una crescita ulteriore per il venir meno delle forniture russe, ma la legge della domanda e dell’offerta regna sovrana e se la prima scende allora anche la carenza di greggio non è più un problema. Ed ora arriva anche la proposta di un cap delle quotazioni.
I prezzi del petrolio WTI sono scesi sotto i 90 dollari al barile formalizzando di fatto una figura di doppio massimo a 120 dollari al barile, aprendo prospettive di una prima inversione di tendenza del bull market cominciato a marzo 2020.
Naturalmente le azioni legate a questa commodity sono state protagoniste di generose prese di profitto dopo un rally incredibile come quello della prima parte del 2022. Dall’altra parte ci sono settori massacrati dalle vendite negli ultimi tempi come quello dell’aviazione e delle crociere che potrebbero trarre enorme beneficio da un ridimensionamento nei prezzi dell'oro nero.
Settore energetico: ecco come investire con gli ETF
Per quello che riguarda il settore energy esistono diversi ETF che investono a livello mondiale oppure regionale (USA ed Europa). L’investimento globale può essere effettuato ad esempio tramite l’ETF di Xtrackers MSCI World Energy, la cui capitalizzazione di mercato è superiore a 1,5 miliardi di euro. Il guadagno a 5 anni (+70%) è inferiore di 10 punti percentuali rispetto a quello dell'ultimo anno, a conferma dell’eccezionalità del 2022 per il settore collegato a petrolio e gas.
ETF apparentemente diversificato con oltre 50 società presenti nel paniere, ma in realtà fortemente concentrato sulle grandi sorelle del settore petrolifero. Exxon, Chevron e Shell insieme fanno il 35% del portafoglio con i primi 10 titoli che coprono il 60% del totale. Nord America che fa la parte del leone con USA al 60% di peso geografico, seguito da Canada (15%) e Olanda (9%).
L’andamento grafico di questo settore conferma l’ampio trading range che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni. Nonostante la recente fiammata non sono stati raggiunti i massimi del 2008 e del 2014, con una brusca inversione di tendenza che potrebbe diventare qualcosa di serio sotto la trendline ascendente che guida da marzo 2020.
Settore tuttora interessante lato fondamentali (il rapporto prezzo utili si posiziona a 10), ma dalle incerte prospettive anche a causa dell’inevitabile evoluzione tecnologica nel mondo delle energie alternative e del risparmio energetico che coinvolgerà il mondo sviluppato nei prossimi anni.