Per l’investitore alla ricerca di ETF che investano direttamente in energie alternative arriva a Piazza Affari l’energia nucleare con il nuovo ETF di Global-X che va a fare concorrenza all’ETF di HanETF Sprott Uranium Miners.
La novità presentata a maggio da uno degli emittenti più strutturati nel mondo dei tematici arriva in un momento nel quale le energie alternative a gas e petrolio sono sulla bocca di tutti. Il punto è se l’energia nucleare verrà considerata green oppure no.
Energia nucleare in focus con piano Next Generation EU
L'Europa ha deciso che nucleare (e gas) possano rientrare tra i progetti finanziabili nel progetto Next Generation EU per la sostenibilità ambientale. Questa scelta sposta e non poco gli equilibri su un settore che da sempre appassiona gli investitori ma che non ha regalato tante gioie nell’ultima decade.
In soli due mesi l’ETF ha già perso il 25% del suo valore esordendo in un periodo non certo fortunatissimo. Global-X può vantare un ETF flagship quotato da anni negli Stati Uniti che ci permette di tracciare l’andamento grafico del tema energia nucleare nel lungo periodo.
Solo 10 anni fa URA, il ticker di Global-X Uranium ETF, quotava oltre 120 dollari a quota. Poi la lenta quanto inesorabile caduta culminata a marzo 2020 con il minimo a 7 dollari. A quel punto è cominciata una reazione che però non si è spinta oltre i 30 dollari (sempre un quarto del valore di 10 anni fa) per poi ripiegare nelle ultime settimane sotto quota 20.
Esaurita però questa fase negativa un ritorno di interesse verso questa novità arrivata in Italia nell’ultimo periodo potrebbe anche essere presa in considerazione. Ma vediamo le caratteristiche del neonato di casa Global-X.
Global-X Uranium ETF: tutti i dettagli da sapere
Come emerge dal KIID, l’ETF investe almeno l’80% del patrimonio totale in titoli di società operanti in alcuni ambiti dell’industria dell’uranio, come estrazione, raffinazione, esplorazione e fabbricazione di attrezzature destinate all’industria dell’uranio, tecnologie correlate alla medesima o produzione di componenti nucleari.
La replica è fisica con 50 società che compongono il portafoglio. La ripartizione geografica evidenzia la caratteristica “mineraria” dello strumento con il Canada primo paese al 44% seguito da Australia 14% e Corea del Sud 11%.
Presenti con percentuali superiori al 5% anche Giappone, USA e Kazakhistan. A livello settoriale l’energia nucleare domina con la metà della copertura seguita da industriali e risorse di base per circa un 20% ciascuno.
Tra i primi titoli in portafoglio nomi poco conosciuti agli investitori. La canadese Cameco è la più pesante con ben il 21% del portafoglio. Seguono al 6% un’altra canadese come Sprott e la kazaka Nac Kazatog. Elevata la volatilità storica dello strumento (35%) con un beta superiore a 1 (1,08) rispetto allo S&P500.
I fondamentali non appaiono né cari, né a sconto con rapporti prezzo utili a 18. Per chi vuole scommettere sulla svolta verso il nucleare della futura politica energetica da parte dei governi mondiali per rispettare gli onerosi vincoli imposti dagli accordi di Parigi, trova in questo ETF un buon strumento per cercare di cavalcare un tema passato un po' di moda. Ma come sappiamo i momenti migliori per accumulare sono quelli in cui la massa non considera un certo settore.