Nei primi tre mesi del 2023 si è registrato un autentico boom di fusioni e acquisizioni nel settore biofarmaceutico negli Stati Uniti. Non tanto in termini numerici, ma come valore. Secondo i dati forniti da KPMG, a Wall Street il valore di questo tipo di operazioni è arrivato a circa 71 miliardi di dollari, oltre il doppio rispetto ai 28 miliardi del primo trimestre dello scorso anno. A fare la differenza è stata l'acquisizione di Seagen da parte del big pharma Pfizer per 43 miliardi di dollari. Tuttavia, anche senza questa transazione, la cifra complessiva sarebbe stata pari a quella dello stesso periodo del 2022.
Il risultato assume maggiore valenza se rapportato al totale dell'M&A in USA, che nel primo trimestre dell'anno in corso è sceso a quasi 300 miliardi di dollari, rispetto agli oltre 400 miliardi di dollari del trimestre di marzo dell'anno passato. Soprattutto acquisisce importanza in un ambiente in cui i tassi d'interesse sono ancora alti,
rendendo più oneroso il levaraged buy-out, e le prospettive di profitto risultano più basse, con una recessione che incombe.
Biopharma: ecco gli M&A possibili nel 2023
Il nuovo trimestre si è aperto sulla falsariga del primo, con
Merck che questo mese ha lanciato un'offerta per Prometheus Biosciences per quasi 11 miliardi di dollari, con un premio del 75% sul prezzo delle azioni della società target prima dell'annuncio. Questa potrebbe essere solo la prima di una serie di aggregazioni. Merck ha il problema che il brevetto sul trattamento del cancro Keytruda scade nel 2028; di conseguenza, il colosso americano punta a rimpiazzare la perdita di quota di mercato rafforzando la sua pipeline sui farmaci autoimmuni.
Ma lo stesso problema ce l'hanno altre big del settore che hanno brevetti in scadenza e potrebbero fagocitare aziende più piccole. Uno dei colossi farmaceutici che potrebbe far parte della partita è Bristol Myers Squibb. L'azienda con sede a New York nel 2021 ha probabilmente raggiunto il picco delle vendite a oltre 12 miliardi di dollari grazie al Revlimid, il trattamento per il mieloma il cui brevetto scadrà tra poco. Bristol ha un tesoretto cash di 9 miliardi di dollari, quindi per un grande acquisizione dovrebbe ricorrere a un finanziamento che comunque risulta essere ancora oneroso a questi tassi di mercato.
Un altro potenziale player è Biogen. Secondo Brian Abrahams, analista di RBC, la società "è interessata allo spazio neuropsichico e infiammatorio e potrebbe fare un accordo già nella seconda metà di quest'anno".
Ma chi potrebbero essere le prede? Abrahams ritiene che molte piccole biotech sarebbero oggetto di acquisto in virtù della sottovalutazione del mercato. In quest'ultimo anno la loro quotazione ha perso molto valore perché i tassi in aumento rendevano meno preziosi i profitti futuri attualizzati. In questo contesto, l'esperto individua 89bio come candidato, poiché le sue azioni si sono dimezzate dal massimo storico, e Karuna Therapeutics, che ha perso circa il 30% dai top di sempre. Gregory Renza, altro analista di RBC, aggiunge alla lista dei nomi Morphic Holding, le cui azioni sono crollate del 35% dai massimi storici, e Ideaya Biosciences, la cui capitalizzazione di Borsa si è dimezzata dal livello più alto mai raggiunto.