La paura di una recessione sta cambiando il rapporto tra le banche statunitensi ed i propri clienti. Il rialzo dei tassi d'interesse da parte della
Federal Reserve ha determinato un
inasprimento delle condizioni finanziarie applicate alla clientela con la conseguenza che le aziende, anche in vista della prospettiva di un rallentamento economico, hanno limitato le richieste di prestiti.
Andamento speculare per le famiglie, che hanno recentemente aumentato la domanda per le linee di credito nonostante gli standard per l'approvazione dei prestiti per la casa e le carte di credito siano stati elevati. I prestiti alle famiglie hanno evidenziato un incremento a causa dell'inflazione, che ha ridotto la capacità di acquisto delle persone e quindi ha fatto crescere il ricorso al credito.
Banche USA: cosa significa una recessione
Le banche americane sono preoccupate per una flessione dell'economia a stelle e strisce, ma rispetto agli anni passati
i timori sono decisamente più contenuti. Dopo la
grande crisi del 2008, le Autorità di vigilanza hanno chiesto agli istituti finanziari degli standard patrimoniali più robusti per resistere all'eventualità di shock economici e di mercato. La capacità di far fronte alle perdite derivanti dai crediti in sofferenza al verificarsi di scenari avversi di mercato viene monitorata annualmente dalla Fed attraverso gli stress test. Finora
non sono stati rilevati segnali di allarme.
Le banche USA, tra l'altro, hanno interrotto da un pezzo i finanziamenti a soggetti che presentano un elevato livello di rischio. Al riguardo, sono emerse altre istituzioni non bancarie come assicuratori, hedge fund e istituti di credito ipotecario che svolgono un ruolo di sistema bancario ombra. Secondo Mark Rowan, Chief Executive Officer della società di private equity Apollo Global Management, meno del 20% del capitale di debito alle imprese e ai consumatori statunitensi viene fornito direttamente dal sistema bancario tradizionale.
Banche USA: prevale la cautela
In un sondaggio condotto dalla Fed, tra 89 banche interpellate, la maggior parte ritiene che nei prossimi 12 mesi arriverà una recessione con una probabilità compresa tra il 40% e l'80%. Tuttavia, la contrazione economica è stimata ad un livello compreso tra lieve e moderata. Sui prestiti, gli istituti hanno affermato di essere meno propensi a concedere credito alle famiglie e di aver stretto le condizioni per le imprese nonostante una domanda in calo.
Le grandi banche americane rimangono molto caute. L'Amministratore Delegato di JP Morgan Jamie Dimon, ha ribadito durante l'ultima trimestrale il concetto precedentemente espresso di un "uragano economico in arrivo". Mentre Brian Moynihan, CEO di Bank of America, esprime cautela ma allo stesso tempo ottimismo, ritenendo che lo stato di salute delle banche sia ancora forte.