Oggi, 8 novembre, negli Stati Uniti si vota: è il giorno delle elezioni di Mid-Term. 168 milioni di americani saranno chiamati alle urne per rinnovare completamente i 435 seggi della Camera e un terzo del Senato.
Come del resto nei precedenti appuntamenti di questo tipo, si tratta di un check-up dell’attuale amministrazione: secondo Gallup, il gradimento per Biden è al 40%, il peggiore livello per un presidente al secondo anno.
A far pendere la bilancia è come sempre l’andamento dell’economia: storicamente forte nelle elezioni di Mid-Term, il partito opposto al presidente in carica quest’anno può far affidamento su un tasso di inflazione a livelli che non si vedeva da qualche decennio (storicamente il partito del presidente perde in media circa 29 seggi).
Elezioni Mid-Term e mercato: come investire
Il partito repubblicano, a cui è stato assegnato il ruolo di favorito, dovrebbe con tutta probabilità assicurarsi il controllo della Camera; l'ottenimento della maggioranza anche in Senato appare difficile da realizzare.
“Riteniamo che lo scenario di un Congresso diviso (Rep alla Camera e Dem al Senato) possa avere impatto limitato sui mercati e solamente di breve periodo (probabilmente una flessione degli indici)”, ha detto Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.
Nel caso invece di uno sweep repubblicano, la maggioranza in entrambe le Camere, l’esperto ritiene che “possa portare a una reazione lievemente positiva per i mercati azionari con gli acquisti concentrati soprattutto sul settore energetico (Chevron, Exxon Mobil, Marathon Oil, Occidental Petroleum), finanziario (JPMorgan Chase, Goldman Sachs e Morgan Stanley) e della difesa (Lockheed Martin)”.
Nel caso di un’improbabile sweep democratico, Diodovich ritiene che a beneficiarne sarebbero settori come l’Healthcare e le Energie Rinnovabili “ma le vendite sugli altri comparti sarebbero forti”.
Reazione blanda di Wall Street, riflettori puntati sulla Fed
A meno di grandi sorprese, “ci aspettiamo una reazione relativamente blanda da parte dei mercati finanziari”, ha detto Andrzej Skiba, n.1 per il reddito fisso di RBC Global Asset Management. “Il ritorno a un governo diviso è tipicamente interpretato in modo favorevole dai mercati, ma nel contesto attuale non ci aspettiamo che emerga alcun tipo di intesa politica che possa guidare le policy”.
Con questo scenario, l'attenzione del mercato “si sposterà rapidamente - prosegue l’esperto - dalla politica all'inflazione e alla probabilità di una recessione. Quindi, se glielo chiedessimo, forse Carville (lo stratega di Bill Clinton padre della frase, “è l'economia, stupido”) parafraserebbe la sua celebre frase e, per i mercati di quest'anno e del 2023, direbbe: è la Fed, stupido”.