Il giro di vite delle Authority di regolamentazione cinesi nel settore tecnologico ha sconvolto letteralmente tutta l'architettura costruita intorno a questo mondo, gettando le basi per un nuovo paradigma.
Tutto è iniziato quando a novembre 2020 è stata mandata all'aria la quotazione a Wall Street della fintech Ant Group, controllata da Alibaba, per via della revisione della propria attività bancaria. Da lì in avanti è stata tutta un'escalation di provvedimenti restrittivi che hanno interessato la società di ride-hailing Didi Chuxing a luglio 2021, il gigante di consegna di cibo online Meituan, il colosso dell'intrattenimento Tencent e le società di tutoring scolastico private.
In questo gioco al massacro i miliardari cinesi al vertice delle principali aziende tecnologiche hanno perso fior di miliardi per effetto del crollo delle azioni in Borsa delle società interessate. Ci sono però anche soggetti che ne hanno tratto grande giovamento. Vediamo nello specifico chi ha vinto e chi ha perso da questa situazione.
Repressione tech cinesi: quanto hanno perso i miliardari della Cina?
Dall'inizio di luglio i paperoni dell'alta tecnologia hanno perso in media oltre 2 miliardi di dollari al giorno. In cima alla classifica di quelli che ci hanno rimesso si colloca Colin Huang, fondatore di Pinduoduo, piattaforma tech basata sull'agricoltura. Il suo patrimonio è stato impoverito di circa 16 miliardi di dollari, ovvero un terzo della sua ricchezza.
Il numero uno di Tencent, Pony Ma, non ha fatto molto meglio, dal momento che la sua fortuna è stata alleggerita del 22% del totale, ossia di 12 miliardi di dollari. Le vendite su Alibaba scaturite dalla vicenda Ant Group hanno fatto perdere in questi 2 mesi circa 2,6 miliardi di dollari a Jack Ma, però se si conta da quando è iniziato tutto a novembre dello scorso anno, la riduzione del patrimonio è stata di ben 13 miliardi di dollari.
Un vero bagno di sangue è stato anche per i fondatori delle società di tutoraggio, dopo che Pechino ha ordinato la trasformazione delle stesse in enti non profit. Yu Minhong, fondatore di New Orienta Education, si è visto clamorosamente asciugare le finanze perdendo ben 2,5 miliardi di dollari da un patrimonio complessivo di 3 miliardi.
I big dell'automotive, energie rinnovabili e acqua minerale sono sempre più ricchi
Come spesso avviene, a soggetti che piangono per certi provvedimenti normativi se ne contrappongono altrettanti che ne traggono beneficio. A esultare stavolta sono coloro che operano in settori non ancora presi d'assedio dalle Autorità cinesi e che anzi con ogni probabilità saranno sostenuti. Si tratta di imprenditori delle energie rinnovabili e delle auto.
Uno di questi è il Presidente della casa automobilistica Byd, pioniera delle batterie elettriche. Wang Chuanfu infatti si è visto accrescere il patrimonio di 4,4 miliardi dall'inizio di luglio, diventando il decimo uomo più ricco della Cina. Nel complesso i magnati dell'industria automobilistica e i paperoni delle energie pulite hanno portato a casa più di 35 miliardi di dollari.
Altri settori tradizionali non sono stati intaccati, come ad esempio quello dell'acqua minerale. Ecco quindi che Zhong Shanshan, il re dell'acqua in bottiglia ha aumentato il suo patrimonio di 5 miliardi e ora può vantarne un totale di 72 miliardi di dollari.