Lunedì da incubo per le Borse cinesi in quest'ultima settimana di luglio. I principali indici di Borsa del Dragone sono precipitati con perdite medie oltre il 3% dopo che le Autorità di Pechino hanno colpito pesantemente il settore dell'educazione inasprendo la regolamentazione e mettendo a rischio miliardi di dollari di investimenti stranieri.
Le vendite si sono abbattute violentemente nei titoli del comparto facendo crollare azioni come New Oriental Education & Technology Group che è scivolato fino al 40% nella Piazza di Hong Kong, Koolearn Technology Holding che è affondato fino al 35% e China Maple Leaf Educational Systemps che ha perso fino al 16%.
Una situazione che ha portato l'Hang Seng Tech alla più grande perdita di sempre (-7,1%). Con le vendite di questa notte, il valore di mercato dei titoli dell'istruzione cinese scende di oltre 100 miliardi solo quest'anno.
Crollo Borse cinesi: cosa è successo
Cosa è stato deciso dai piani alti del Governo cinese? In buona sostanza Pechino vieterà l'insegnamento delle materie scolastiche di base a scopo di lucro e imporrà alle istituzioni operative come tutor sui curriculum scolastici di registrarti come enti non profit, impedendo la concessione di nuove licenze.
In base a un avviso diffuso dal Consiglio di Stato, le aziende scolastiche non possono più accettare investimenti dall'estero e devono immediatamente rettificare la loro posizione qualora violino la normativa imposta. L'indiscrezione era filtrata già venerdì scatenando vendite a New York, ora è arrivata la conferma.
L'ex Impero Celeste continua quindi con una repressione senza precedenti sulle azioni tecnologiche, colpendo uno dopo l'altro tutti i settori interessati, da Internet, all'immobiliare, fino ad arrivare ora alla scuola. Chi pensava che, dopo l'attacco ai colossi Ant Group e Didi Global, le Authority cinesi si sarebbero fermate, ha fatto male i suoi calcoli. Questo potrebbe essere solo l'inizio di una vasta campagna di intolleranza politica, nell'ottica di una ridefinizione delle posizioni a livello internazionale.
Crollo Borse cinesi: ecco chi ha perso
Questo ennesimo terremoto scatenato dalla regolamentazione di Pechino ha fatto già parecchie vittime, finanziariamente parlando. Una di queste è Larry Chen, fondatore, Presidente e Amministratore Delegato di Gaotu Techedu, società di tutoraggio online crollata del 63,26% a New York nella seduta borsistica di venerdì. Chen era una delle persone più ricche del mondo, adesso ha perso lo status di miliardario.
Zhan Bangxin, CEO di TAL Education, ha visto andare in fumo oltre 1 miliardo di dollari della sua fortuna personale dopo che le azioni della società sono sprofondate a Wall Street del 71%. Stesso discorso vale per Yu Minhong, Presidente di New Oriental Education & Technology Group, che ha perso in un solo giorno 685 milioni di dollari per via del calo del 54% dell'azienda venerdì scorso. Ad essere colpiti sono anche grandi piattaforme di investimento che avevano puntato sull'istruzione come Tiger Global Management e Temasek Holding Pte.
Crollo Borse cinesi: il parere degli analisti
L'umore degli analisti è diventato negativo dopo l'ultima trovata cinese sull'istruzione. Secondo Jackson Wong, direttore della gestione patrimoniale presso Amber Capital Ltd, queste normative sul settore non erano attese dal mercato e adesso ovviamente gli investitori si stanno accanendo sui titoli in Borsa.
A giudizio di Jiang Ya, analista di Citic Securities Ltd, le aziende di tutoring curriculare dovrebbero cambiare settore il prima possibile, in quanto queste misure repressive continueranno nel tempo. Impressione confermata anche da Castor Pang, capo della ricerca finanziaria in Core Pacific Yamichi, il quale ritiene che il panico sui mercati sia generato dal fatto che molto probabilmente Pechino si accanirà con tutti i settori che hanno visto una forte crescita negli ultimi anni.
Molto forte è stato il giudizio anche degli analisti di JP Morgan che in una nota hanno scritto che i titoli dell'istruzione in questo momento sono non sono più investibili.