Nella famiglia Agnelli è scoppiato un terremoto. A turbare la serenità le vicende che riguardano Dicembre, la società semplice partecipata per il 60% da John Elkan e per il 20% ciascuno dai fratelli Lapo e Ginevra. Ad accendere la miccia una memoria consegnata il 15 luglio al Tribunale di Torino da Margherita Agnelli, la primogenita di Gianni Agnelli e madre dei 3 fratelli.
Secondo le carte, i documenti della società non sarebbero in conformità alla normativa del settore. In sostanza, sembrerebbe che la società nata nel 1984 non sia mai stata registrata in un pubblico registro fino al 2012, quando per questo tipo di imprese l'adempimento è obbligatorio dal 1996. Nel 2012 fu un giudice a ottenere il deposito dell'atto costitutivo.
Dicembre: storia e ruolo strategico della società
La posta in gioco è molto alta perché Dicembre non è una realtà qualsiasi. La società è stata fondata il 15 dicembre del 1984 con un capitale di 99,9 milioni di vecchie lire da 5 soci da Giovanni Agnelli. L'Avvocato era il socio di maggioranza con il 99,9% delle quote, gli altri soci erano la moglie Marella Caracciolo con 10 azioni del valore di 10.000 lire e Umberto Agnelli, Gianluigi Gabetti e Cesare Romiti, con ciascuno un'azione di 1.000 lire.
Nel 1996 avvenne il primo aumento di capitale da 20 miliardi di lire ed entrarono nell'azionariato la figlia Margherita Agnelli, il nipote John Elkann e il commercialista Cesare Ferrero. Compreso Gianni Agnelli, i soci erano 4, ognuno con una quota del 25% capitale.
Oggi Dicembre ha un capitale sociale di 103 milioni e nel suo azionariato sono entrati i figli di Margherita Agnelli. Soprattutto è l'azionista di maggioranza con una quota del 38% della società di diritto olandese, Giovanni Agnelli BV. Si tratta della holding che raggruppa tutti i rami della famiglia piemontese e che a cascata controlla un vero e proprio impero.
Al suo interno i discendenti di Umberto e Maria Sole Agnelli (che detengono rispettivamente l'11,85% e l'11,63% delle azioni), Giovanni Nasi (l'8,79%), Laura Nasi Camerana (6,26%), Susanna Agnelli (5,11%), Cristiana Agnelli (5,05%).
A sua volta Giovanni Agnelli BV è proprietaria del 53% di Exor, finanziaria quotata alla Borsa di Milano che tra le partecipazioni più rilevanti del suo portfoglio annovera il 14% di Stellantis, il 22,91% di Ferrari, il 26,89% di CNH Industrial. il 63,77% di Juventus e il 100% di Partner Re. Ragionando in termini quantitativi, il valore di Borsa di tutte le controllate si aggira intorno ai 29 miliardi di euro, cifra che si aggiunge agli 8,8 miliardi di Exor.
In buona sostanza, John Elkann con il 60% di Dicembre è in possesso di una quota di poco più di 60 milioni di euro, ma che è in grado di mettere le mani su un patrimonio di quasi 40 miliardi, grazie a tutta una serie di scatole cinesi e partecipazioni a cascata di società che rappresentano l'eccellenza nel panorama industriale italiano e internazionale. Nello statuto di Dicembre inoltre c'è scritto che tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione spettano a John senza alcuna eccezione, il che amplifica il suo già enorme predominio sull'azienda.
Dicembre: è iniziata la caccia al re?
Chi ha in mano Dicembre quindi possiede un vero impero economico. Ciò che muove l'azione di Margherita Agnelli allora potrebbe andare al di là di una ricerca di chiarezza e trasparenza, ma estendersi all'assetto attuale della società. Di fondamentale importanza al riguardo sono gli atti che nel 2004 hanno definito la ripartizione societaria, dopo la morte dell'Avvocato.
La figlia di Gianni Agnelli aveva all'epoca ottenuto un patrimonio di 1,16 miliardi di euro per la rinuncia all'eredità, costituito da ville, immobili, titoli mobiliari e opere d'arte. L'accordo però fu poi messo in discussione, in quanto l'attuale 65enne di Losanna ritenne di essere stata tenuta all'oscuro del reale patrimonio del padre.
Quindi chiese al Tribunale di annullare tutto e di ottenere un rendiconto totale del patrimonio della famiglia. Le sue richieste furono però sistematicamente bocciate nei vari gradi di giudizio e oggi è tornata all'attacco. Secondo l'avvocato di Margherita, Dario Trevisan, nessuna delle scritture private è stata depositata in originale o si trova in un deposito notarile. E le attestazioni del notaio non sarebbero da qualificarsi come copie autentiche.
In definitiva la madre di Elkan potrebbe aver trovato l'appiglio per vendicarsi dell'estromissione dalla società e mettere in discussione tutto l'asse ereditario.