Con un'inflazione USA all'8,5% e una recessione tecnica che si è già determinata, le preoccupazioni sono moltissime. Tuttavia, le previsioni si prestano a molte interpretazioni, perché non sarà facile trovare un equilibrio perfetto nelle parole del Presidente della Fed, dal momento che combattere il carovita significa inevitabilmente contrarre ulteriormente l'economia del Paese.
Occorre dire che in USA la recessione è solo tecnica. In realtà non vi sono grossi segnali di una vera recessione economica, nel momento in cui si ha la massima occupazione. Proprio questo parametro preoccupa alcuni, nel senso che la Banca Centrale statunitense potrebbe continuare a irrigidire la sua politica monetaria fino a quando il livello occupazionale non darà evidenti segnali di deterioramento.
La situazione però potrebbe rapidamente volgere al peggio. I funzionari dell'istituto centrale hanno stimato un tasso di disoccupazione al 4,1% nel 2024, ma secondo diversi economisti la misura potrebbe arrivare anche al 6% se la Fed persisterà nella serie aggressiva di rialzi dei tassi d'interesse.
Jackson Hole: e se Powell fosse accomodante?
In definitiva, gli investitori si aspettano che Powell pronuncerà un discorso da falco a Jackson Hole, nell'incertezza determinata dal fatto che nessuno sa dove sia realmente diretta la politica monetaria. Tuttavia, esistono degli elementi che fanno pensare a un maggior accomodamento nelle parole del Governatore.
Il primo consiste nel fatto che la Fed sta cercando di calibrare gli annunci in funzione dei dati macroeconomici. In questo momento non sembra esserci nulla sotto questo aspetto che possa far pensare a esternazioni tali da sorprendere i mercati.
Il secondo si basa su quanto ha detto Powell in conferenza stampa dopo la riunione del 26-27 luglio e soprattutto dopo aver piazzato il maxi-aumento dei tassi dello 0,75%. Nell'occasione il 69enne di Washington ha avvertito che i futuri aumenti dei tassi sarebbero stati rallentati, sebbene non abbia precisato da quando.
Nei verbali della riunione tale messaggio non è stato sovvertito, il che significa che una certa tendenza di accomodamento ci potrà essere nella Fed nei prossimi mesi. Tuttavia, ci sarà da aspettarsi che venga sottolineato come le decisioni del 20-21 settembre dipenderanno comunque dai dati dell'indice dei prezzi al consumo di agosto e dai rapporti sul mercato del lavoro.
Il terzo elemento riguarda il
quantitative tighetning. In passato questo è stato adottato soltanto una volta e a un ritmo molto blando. Il ciclo di restringimento oggi sta diventando più aggressivo e questo a settembre potrebbe servire ai funzionari dell'istituto monetario per
ridimensionare l'entità delle strette sui tassi d'interesse. Può anche essere che dal discorso di Powell risulterà che i tassi raggiungeranno un massimo prima e rimarranno restrittivi per un periodo di tempo relativamente breve.