La Cina prova a offrire una spinta al settore immobiliare del Paese con una riduzione del costo di finanziamento sui nuovi mutui. Il tasso primario del prestito a 5 anni è stato diminuito dal 4,45% al 4,3%, oltre le attese degli economisti.
A questo si aggiunge il taglio dal 3,7% al 3,65% dell'LPR a un anno, che riguarda i tassi di prestito nazionali cinesi alle imprese. Le mosse della
People's Bank of China arrivano con lo scopo di
limitare le ricadute che una drammatica crisi di liquidità delle aziende immobiliari potrà avere su tutto il comparto e di riflesso sull'economia cinese, che dipende per circa un terzo da questo settore.
Tra l'altro si cerca di rilanciare la domanda di credito rivitalizzando l'economia, dopo che i blocchi legati al Covid-19 hanno ingessato la produttività delle aziende. Ad oggi gli sviluppatori cinesi devono fare i conti con il rischio che la domanda di mutui si paralizzi, dal momento che molti progetti iniziati faticano a giungere a conclusione.
Il pericolo più grande è che i mutuatari interrompano il pagamento delle rate se non si sblocca la situazione, con gravi effetti per tutto il sistema bancario. La reazione in Borsa dopo la decisione della Banca Centrale cinese è stata abbastanza blanda, con l'indice CSI 300 in rialzo dello 0,73%.
Le opinioni degli analisti sulla mossa della PBoC
Gli analisti non esprimono grande entusiasmo per il taglio dei tassi ipotecari della PBoC. Secondo gli strateghi di Capital Economics, tale riduzione non intaccherà la maggior parte dei tassi ipotecari in essere fino all'inizio del 2023, ma questo denota la grande preoccupazione per il mercato immobiliare che in questo momento ha l'istituto centrale.
Inoltre, gli esperti sottolineano come tassi più bassi finora non abbiano determinato maggiori vendite immobiliari, in quanto si sta manifestando una perdita generale di fiducia nei confronti dei grandi sviluppatori.
Stesso concetto espresso da David Chao, strategist del mercato globale di Invesco, il quale afferma che per ripristinare la fiducia forse sarebbe necessario intervenire con misure non più tradizionali. Quindi, sebbene il segnale che arriva dai responsabili politici sia molto forte, la PBoC avrebbe bisogno di fare molto di più per risollevare il settore.
Molto negativa è anche l'opinione sulla misura da parte di Atilla Widnell, Amministratore Delegato di Navigate Commodities, che ritiene l'allentamento inutile come fustigare un cavallo morto, essendo che la cosa più importante in questo momento è che i consumatori cinesi tornino a spendere.
Diversa è la visione di Iris Yang, capo economista per Grande Cina di ING, secondo cui la Banca Centrale cinese con molte probabilità taglierà ancora l'LPR quest'anno, con i prezzi delle case che si stabilizzeranno e il sentiment generale che migliorerà allorché si vedranno progressi nella costruzione dei progetti non ancora ultimati.
A giudizio di Joshua Crabb, analista di Robeco, il provvedimento dell'istituto monetario cinese è un segnale incoraggiante, sebbene l'economia del Paese abbia bisogno di politiche diverse riguardo il Covid-19 per dare un vero input al cambiamento.