Torno a parlare di criptovalute per confermare la mia view ancora scettica sull’andamento di breve termine di Bitcoin ed Ethereum, ma al tempo stesso con qualche luce di speranza che sembra intravedersi all’orizzonte.
Cominciamo da gennaio 2022, che si è chiuso molto male. Le due criptovalute hanno perso oltre il 20%, confermando un downtrend già palese alla fine del 2021. Con una correzione superiore al 50%, Bitcoin non lasciava molte speranze per una ripartenza immediata, con la sua casistica certamente significativa che ci diceva come fosse necessaria un'opera di paziente accumulazione prima delle ripartenza.
Bitcoin: i motivi della discesa e l'analisi tecnica
Con i titoli della tecnologia sotto pressione a Wall Street, è emerso in modo lampante che Bitcoin può essere considerato a tutti gli effetti al pari di un’azione growth senza dividendo, con nessuna capacità protettiva nei momenti di tensione e soprattutto di drenaggio della liquidità da parte della Fed.
Il mercato si sta preparando ad una ormai imminente attività regolatoria da parte delle autorità americane, che potrebbe mettere in discussione la stessa attività di trading priva di qualsiasi forma di controllo finora portata avanti da diversi exchange. Con il senno di poi si può proprio dire che la classica notizia dell’ETF quotato a Wall Street (ricordate BITO?) è stata la scusa buona per far passare la criptovaluta dalle mani forti a quelle deboli.
Prendere a prestito denaro è più oneroso e con un asset che perde oltre il 50% e le margin call che fioccano il gioco rischia di diventare pericoloso. Ecco spiegato il perché di molte vendite in questo periodo, che però stanno anche creando qualche interessante prospettiva come il corposo rimbalzo di venerdì testimonia.
Da un punto di vista grafico, le quotazioni della prima valuta virtuale per capitalizzazione si stanno dirigendo velocemente verso i minimi di giugno 2020 a quota 29.000 dollari. Dopo il massimo illusorio a quota 70.000 dollari, la caduta del prezzo è stata quasi ininterrotta, con l'RSI settimanale che sta puntando verso l’ipervenduto.
Perché questa è una buona notizia? Perché nel 2018 e nel 2015 (guarda caso due momenti di forte stress per il mercato azionario) un ipervenduto settimanale fu fondamentale nell’intercettare un minimo primario per Bitcoin. Al momento siamo attorno a 38 dell'oscillatore, ma un’ultima zampata verso il basso (e sotto quota 30.000 dollari) aiuterebbe a raggiungere un punto di ingresso con minor rischio.
Ethereum: analisi tecnica e livelli trading
Chi sta deludendo ancora di più è Ethereum. Anche per ETH abbiamo visto un massimo illusorio a fine anno, poco sotto 5.000 dollari, ma anche qui la caduta è stata verticale. La trendline rialzista in essere da novembre 2020 è andata sotto pressione, violata al ribasso recuperata e ora nuovamente in discussione.
Se questo implicasse un'accelerazione delle vendite, per Ethereum non ci sarebbe grande rete di protezione fino a area 1.700 dollari, dove si posiziona il doppio minimo di giugno e luglio 2021. Il rimbalzo in corso è tutto da seguire. Riuscire a recuperare quelle medie mobili che oggi fanno da resistenza rappresenta il banco di prova più immediato. Dopo i compratori dovranno mostrare di che pasta sono fatti.
Vuoi imparare come investire con le criptovalute e gli NFT? Clicca qui