La stagione delle trimestrali a Wall Street non si apre nel migliore dei modi, con
il rilascio dei conti di JP Morgan che ha deluso le attese. La principale banca americana ha mancato le stime sugli utili, ma a preoccupare sono le prospettive del management per il futuro, che hanno portato l'istituto a
sospendere i riacquisti di azioni. Per la verità la decisione era nell'aria, in quanto
JP Morgan è stata tra quelle banche che non hanno aumentato i dividendi dopo i recenti stress test della
Federal Reserve.
L'Amministratore Delegato Jamie Dimon ha affermato che l'economia americana continua a crescere e il mercato del lavoro e la spesa dei consumatori rimangono sani. Tuttavia, ha aggiunto il CEO, vi saranno conseguenze negative a causa di alcuni fattori come la tensione geopolitica, l'alta inflazione, il calo della fiducia dei consumatori, l'incertezza sulla politica monetaria e la guerra Russia-Ucraina. Dimon ha giustificato la decisione di sospendere in via temporanea il buyback con l'esigenza di aiutare la banca a raggiungere i requisiti patrimoniali previsti dalle Autorità regolamentari.
JP Morgan: i numeri della trimestrale
Entrando nel dettaglio dei risultati del secondo trimestre, JP Morgan ha riferito di guadagni per 2,76 dollari per azione, al di sotto dei 2,88 dollari previsti dagli analisti. Ciò ha segnato una diminuzione del 28% a 8,65 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo del 2021. C'è da dire che lo scorso anno la banca ha usufruito di un rilascio di 3 miliardi di dollari di riserve.
I ricavi della gestione sono stati invece di 31,63 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 31,95 miliardi di dollari stimati dal consensus. Comunque hanno avuto un aumento dell'1%, grazie soprattutto all'aumento dei tassi d'interesse. Tra le notizie negative di questo trimestre vi è l'accumulo di riserve per crediti inesigibili di 428 milioni di dollari.
JP Morgan: cosa fare con le azioni
Nelle contrattazioni pre-market a Wall Street, le azioni JP Morgan stanno scendendo del 2,8%. Il mercato considera solitamente il colosso finanziario americano come un punto di riferimento per lo stato di salute dell'intero settore. Durante questo trimestre, i livelli di disoccupazione sono rimasti bassi e questo è un indice del fatto che famiglie e imprese non dovrebbero avere grandi difficoltà a rimborsare i prestiti. Gli altri vantaggi per il settore derivano dall'aumento dei tassi d'interesse e dalla crescita dei finanziamenti, il che rende l'attività di intermediazione estremamente redditizia. Sul fronte dei ricavi commissionali da trading, una maggiore volatilità dei mercati finanziari ha costituito sicuramente un beneficio.
La minaccia potrebbe arrivare sul fronte di una recessione incombente che ha portato gli analisti a tagliare le stime sugli utili. Questo ha comportato che le banche hanno invertito la tendenza di un anno fa, quando hanno cominciato a liberare le riserve per via di risultati migliori del previsto. Oggi, viceversa, i venti recessivi impongono di accantonare fondi per far fronte ai rischi futuri di inadempienze sui prestiti. Infatti, JP Morgan è stata tra le prime banche a fare tale operazione quest'anno, mettendo da parte circa 902 milioni di dollari.
All'inizio del mese scorso è stato Dimon ad avvertire che
un uragano economico stesse per arrivare, quindi guardando alle prospettive non c'è da stare molto sereni.
Quest'anno le azioni di JP Morgan hanno perso circa il 29% a Wall Street, in un contesto in cui le incertezze riguardo l'economia globale e le ripercussioni sul sistema finanziario hanno avuto la meglio sui benefici derivanti dal rialzo dei tassi d'interesse della Fed, che ha permesso di incrementare il margine di intermediazione.