Negli ultimi tempi il mercato è diventato scettico. La Federal Reserve ha ribadito ancora una volta che l'inflazione è solo temporanea e che questo non è il momento del tapering, però gli investitori vogliono verificare che effettivamente tutto quanto si rifletta sui risultati delle aziende. Per questa ragione, l'attesa delle trimestrali è più che mai fibrillante e l'agitazione sulle Borse si percepisce chiaramente.
In passato poche altre volte si è denotato questo status di scetticismo strisciante, forse bisogna risalire addirittura alla Grande Crisi del 2008. Fatto sta che oggi la Banca Centrale americana è considerata un jolly, che potrà avere un effetto dirompente se poi le sue asserzioni combaciano con quanto espresso dalla situazione economica delle società quotate.
Mercati: come si stanno comportando gli investitori
Gli investitori stanno oggi guardando all'inflazione con estrema attenzione perché la considerano una grande minaccia per l'economia e quindi per i mercati finanziari. La differenza rispetto a qualche mese fa è che le aspettative non si riverberano in maniera sistematica sui rendimenti dei titoli del Tesoro americano, come conferma la discesa di questi giorni.
Gli operatori stanno tuttavia correndo ai ripari, non fidandosi troppo delle parole di Jerome Powell. Sul mercato delle opzioni sta crescendo in maniera consistente la quantità di opzioni put acquistate, per proteggersi dal rischio di un tracollo del sottostante.
Questa è una scelta che dalla crisi del 2008 ad oggi non è mai stata troppo vincente, perché la FED ha sempre sostenuto le quotazioni azionarie con una politica monetaria fortemente accomodante. Però questo è indubbiamente un segnale di nervosismo del mercato che potrebbe essere colto per utilizzarlo a proprio vantaggio.
Investimenti: sfruttare la paura a proprio vantaggio
Sfruttare i momenti di panico sui mercati è un'abilità che non appartiene a molti, ma una volta messa in pratica può fare ottenere grandi guadagni. Ovviamente essa richiede sangue freddo e un uso della ragione che non sia condizionato dall'emotività.
Durante i vortici della paura, si può temporaneamente giocare con le opzioni put, oppure coprire gli acquisti azionari con il contemporaneo buying di un'opzione call. In questi frangenti però il costo delle opzioni stesse può essere elevato, perché il premio assorbe l'aumento della volatilità. Di conseguenza, se quest'ultima dovesse calare e il prezzo del sottostante poi muoversi poco, diviene più difficile in un lasso di tempo limitato riuscire a entrare in profit.
Per questa ragione, forse sarebbe meglio attendere che passi la buriana e puntare su azioni di qualità, ovvero di società che sono profittevoli, ben gestite e che distribuiscono dividendi. Individuare il momentum in questo caso è decisivo, ma un riferimento importante c'è.
Ad esempio, il VIX, detto anche l'indice della paura, esprime la volatilità dell'S&P 500 e si trova in questo momento a 17,47 punti. Aspettare che arrivi verso un livello più o meno di 30 punti potrebbe essere una buona occasione per entrare a mercato comprando azioni nell'ottica di tenerle in portafoglio per qualche anno.