Nell'ottava appena trascorsa abbiamo assistito ad un incremento della volatilità, con l'indice VIX che si è assestato sui 30 punti, valori elevati che descrivono il nervosismo degli investitori sul mercato azionario a causa delle tensioni fra Russia e Ucraina.
I principali indici di Borsa a livello globale hanno lasciato sul terreno una media di due punti percentuali: il miglior paniere si rivela quello italiano, che da inizio anno perde circa il 3%. I mercati sembrano ritenere che le tensioni geopolitiche siano una motivazione sufficiente per ritracciare parte dei forti rialzi del 2021.
La storia insegna che le guerre hanno sempre e solo fatto male alle persone e non alle Borse, che dai conflitti traggono nuova linfa per ripartire.
Materie prime: l'oro torna a brillare
Nella settimana appena conclusa si è visto un assestamento dell'indice CRB, che chiude senza grandi variazioni rispetto all'ottava precedente. Diverso è il caso dell'oro, che ha tratto beneficio sulle tensioni geopolitiche nell'Europa dell'Est. Dopo un periodo di fiacchezza, il metallo giallo è tornato ad essere un bene rifugio, apprezzandosi in modo importante verso i 1.900 dollari l'oncia.
L'evoluzione futura di questa commodity è oggetto di dibattito in quanto è sia un asset di protezione in caso di shock esogeni e dall'inflazione che un bene che risente in modo negativo del rialzo dei tassi di interesse. Questo perché non fornisce alcun rendimento se detenuto nei portafogli dei risparmiatori.
Il tema è complesso e troverà una soluzione il prossimo marzo, in occasione del prossimo meeting della Fed e con l'evoluzione della questione ucraina. Per quello che riguarda il petrolio invece, questo riprende fiato dopo i forti rialzi, fermandosi a 94 dollari al barile.
Mercato obbligazionario: tensione sui rendimenti dei bond
La settimana appena trascorsa è stata particolarmente turbolenta anche per il mercato del debito, anche se con un sostanziale nulla di fatto. La lettura dei verbali della Fed mostra la cautela presente prima di far trapelare eventuali informazioni in merito al rialzo dei tassi.
Un investitore attento ha sicuramente notato che gli esponenti dell'istituto guidato da Jerome Powell stanno facendo filtrare voci che impattano sul movimento dei bond, guardandosi bene dal muovere la penna. Le ragioni di questo sono da cercare nell'inflazione derivante più dall'offerta che dalla domanda.
Se l'economia si surriscaldasse per un eccesso di richiesta, i manuali teorici suggeriscono di intervenire sui tassi. Se invece, ad esempio, le materie prime sono poche e le consegne procedono a singhiozzo, un ritocco al costo del denaro penalizzerebbe la crescita. In questa fase, sia il BTp italiano che il T-Note USA a 10 anni rendono quasi il 2%: ancora poco, ma il doppio di quanto avveniva pochi mesi fa.
Forex: EUR/USD senza movimenti di rilievo
L'EUR/USD ha chiuso invariato a circa 1,13. Riconfermo quanto scrivevo nello scorso articolo: “Con ogni probabilità il movimento del cross euro-dollaro sarà determinato da entrambi i fattori in auge da inizio di quest’anno: il prossimo intervento di Powell sui tassi, che storicamente favorisce l’apprezzamento del dollaro, e le paure dei mercati che nei momenti di particolare tensione si rivolgono al biglietto verde in cerca di pace. Se la situazione sul teatro di guerra non si risolve presto e bene il biglietto verde continuerà a rafforzarsi.”
Franco Bandelli - www.finanzairriverente.com