Nell'ottava appena passata i mercati azionari sono scesi in modo sensibile, guidati principalmente dagli sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina, che è passata dall'essere un'operazione rapida a un conflitto di posizione. Questo elemento non piace ai mercati, che sono penalizzati dalle situazioni di incertezza.
Oltre a questo, le parole del Presidente della Fed, Jerome Powell, in merito alle prossime mosse di politica monetaria hanno peggiorato ulteriormente l'umore degli investitori. In questo quadro, l'S&P 500 ha perso circa il 2% chiudendo sotto i 4.300 punti, mentre il FTSE Mib si è fermato a circa 24.300 punti. Difficile fare previsioni, è più opportuno accettare quanto ci dicono i grafici e le medie mobili che per natura sono privi di emozioni: per ora si scende, sino a prova contraria.
Materie prime: i ribassi anticipano una recessione?
Per la prima volta da diverse settimane a questa parte, le materie prime hanno segnato una flessione, con i beni reali come oro e petrolio Brent che hanno perso rispettivamente il 2% e il 5% arrivando rispettivamente a 1.932 dollari l'oncia e 106 dollari al barile.
L'indice CRB è ritracciato verso i 306 punti, cedendo circa l'1,5%. Questo movimento sulle materie prime potrebbe essere un'anticipazione di una recessione tanto attesa e per nulla gradita. Con una corsa dell'inflazione su entrambe le sponde dell'oceano e in mancanza di interventi da parte delle autorità monetarie, l'evoluzione naturale è quella di una diminuzione dei consumi e dei prezzi.
Ma si può fare di peggio, come ha fatto Powell la scorsa settimana intervenendo a gamba tesa con dichiarazioni avventate sull'entita dei futuri aumenti dei tassi. Ormai si parla di interventi ripetuti e continuativi di 50 pb per volta: nessuno ormai crede più alla transitorietà dell'inflazione.
Mercato obbligazionario: bond a 10 anni USA vicino a rendimento del 3%
Per il mercato obbligazionario, la settimana si conclude con un sensibile rialzo dei rendimenti. La soglia psicologica per uno yield al 3% sul decennale USA è ormai vicina, ma anche il BTp non è troppo distante, aiutato da uno spread con il Bund sui 170 punti base.
Come già segnalato, l’inversione della curva dei rendimenti suggerisce di prestare attenzione al mercato dei bond: potrebbe essere opportuno spostare le risorse e riallocarle sulla parte breve della curva sapendo che gli oramai certi aumenti dei tassi di interesse non daranno alcun beneficio alle obbligazioni governative a lungo termine.
Forex: dollaro USA mantiene vantaggio su euro
Con una settimana caratterizzata da un calo di tutte le asset class, le uniche soddisfazioni potrebbero arrivare dal mercato valutario. Il cambio EUR/USD chiude la settimana confermando ancora una volta la forza del dollaro USA, con una chiusura appena sotto 1,08. Non poteva essere diversamente: i futuri aumenti dei tassi da parte della Fed sono già in agenda e i timori di una escalation del confronto militare in atto alimentano la forza del biglietto verde.
Franco Bandelli - www.finanzairriverente.com