Nella settimana appena trascorsa si è assistito ad una tenuta dei mercati azionari, a dispetto della situazione internazionale, che appare intricata e pericolosa a causa delle note vicende legate alla guerra tra Russia e Ucraina.
Gli USA hanno terminato l'ottava con un -2,13%, mentre i mercati europei hanno chiuso in sostanziale pareggio. Gli investitori restano in attesa di una nuova direzione, probabilmente negativa per via della bassa volatilità e se questa aumenta solitamente è associata a cali di mercato.
Il prossimo mese, su base storica si verificano cali stagionali descritti dal noto adagio “sell in May and go away”. Il 2022 non fa testo, il conflitto sarà il tema dominante e non è neppure da escludere un rialzo dei mercati per festeggiare una auspicata quanto improbabile pace tra i contendenti. Nel medio termine si addensano le nubi della recessione, ma questa è un’altra storia.
Materie prime: continuano gli aumenti dei prezzi
Per quanto riguarda le materie prime, l'indice generale CRB ha chiuso a circa 312 punti, con il petrolio Brent che si è attestato a 111 dollari al barile e l'oro a 1.972 dollari l'oncia. Non poteva essere diversamente: le decisioni politiche che i paesi europei sono chiamati a prendere per contrastare la politica estera aggressiva di Putin sono dolorose e riguardano lo stop alle forniture energetiche dalla Russia.
Come è noto le sanzioni economiche spesso danneggiano chi le impone. Nella fattispecie attuale, Germania e Italia sono le Nazioni più colpite con conseguenze importanti sulla propria economia e quella europea. Le aziende canto sono vicine al break-even point inteso come scelta tra produrre un bene o smettere di farlo nel caso non riescano a trasferire gli aumenti di prezzo sul consumatore finale.
Mercato obbligazionario: la BCE avanza l'ipotesi rialzo tassi a settembre
Per il mercato obbligazionario, la settimana si è conclusa con un nuovo rialzo dei rendimenti sia sul decennale USA che sul BTp italiano. Il primo rende il 2,8% mentre il secondo il 2,5% circa. Di conseguenza continua senza sosta apparente il calo dei prezzi dei bond, soprattutto quelli che interessano la parte lunga della curva con scadenze lontane.
In settimana Christine Lagarde ha finalmente verbalizzato la seria ipotesi di alzare i tassi a settembre, con ritardo rispetto alla Fed, per contrastare finalmente l'inflazione. Con valori che si stanno dirigendo su numeri a doppia cifra, è imperativo dimenticare la precedentemente supposta “transitorietà” dell'idice dei prezzi al consumo e accettare un fenomeno che oramai deve essere fronteggiato con urgenza e determinazione.
Forex: dollaro USA rimane orientato al rialzo
Il cambio EUR/USD chiude la settimana a 1,08, confermando la forza del dollaro USA. Non poteva essere diversamente: i futuri aumenti dei tassi da parte della Fed sono già in agenda e i timori di una escalation del confronto militare in atto alimentano la forza del biglietto verde. Solo i mesi che verranno potranno dare indicazioni di segno opposto, per ora bisogna seguire il trend che resta long sul dollaro USA.
Franco Bandelli - www.finanzairriverente.com