Nell'ottava appena trascorsa si è assistito ancora una volta ad alta volatilità, con i mercati scossi da movimenti di una certa rilevanza. Il mercato italiano ha archiviato la conferma di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica, chiudendo la settimana in sostanziale pareggio. Ritracciamento invece per l'Europa (-1% circa) e rimbalzo dell'S&P 500.
Il focus degli investitori sembra essere tornato quello delle Banche centrali, a loro volta focalizzate sul controllo dell'inflazione. Poco interesse, almeno per il momento, alle tensioni geopolitiche tra Russia e NATO in merito all'Ucraina.
Solitamente si dice che in caso di rialzo dei tassi il mercato azionario viene penalizzato. Questa affermazione può anche non essere vera: un'inflazione moderata e sotto controllo è compatibile con un mercato azionario in rialzo. Al netto di shock esogeni, credo ancora in un 2022 all'insegna del riazlo, interrotto da fiammate di alta volatilità.
Materie prime: continua la crescita dell'indice CRB
Le materie prime continuano la loro preoccupante corsa. L'indice generale CRB è cresciuto di oltre 3 punti percentuali, come il petrolio Brent che ha chiuso a quasi 93 dollari al barile. Cresce anche l'oro, che si è fermato a 1.800 dollari l'oncia. Questa situazione desta parecchi grattacapi agli economisti di Fed e BCE, che cercano di individuate le cause di questo fenomeno e cercare le cure.
Ai cittadini interessa invece controllare il carrello della spesa, che a parità di spesa è sempre più vuoto. Se aggiungiamo l'incremento dei costi dell'energia elettrica e la continua crescita del prezzo del carburante il quadro si incupisce per famiglie e imprese, con queste ultime che a loro volta cercheranno di scaricare i maggiori costi sul prodotto finito.
In settimana sono cambiati anche i toni del Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha iniziato ad usare toni più hawkish rispetto al recente passato. Ricordo che la teoria vuole che solitamente l’apice del ciclo economico si raggiunge con un andamento delle commodities e della inflazione ancora in crescita. Il 2022 sarà l’anno del top della crescita economica?
Mercato obbligazionario: la BCE spinge i rendimenti dei bond
La settimana appena trascorsa ha visto accadere moltissimi eventi sull'obbligazionario. La regia di questo è da attribuirsi al meeting della BCE, che ha seguito quello della Federal Reserve di una settimana prima. Le parole di Christine Lagarde sono state poco apprezzate dai mercati, che hanno mandato in fibrillazione lo spread BTp-Bund, con il decennale italiano che è arrivato a rendere l'1,75%.
Questo segnale indica che i prezzi scontano una politica monetaria ben più restrittiva in futuro. Negli USA, il T-Note a 10 anni è diretto verso uno yield del 2%, con un'inflazione al 7%. Le parole della Lagarde hanno lasciato il segno: gli operatori ora attendono gli interventi comunicativi di marzo e giugno, i quali daranno la direzione della politica monetaria futura. Intanto la Bank of England continua ad incrementare i tassi.
Mercato valutario: EUR/USD, attesa alta volatilità
Il cambio EUR/USD si è rafforzato durante la settimana arrivando a chiudere a 1,1445. La crescita delle quotazioni è iniziata quando il mercato ha intuito la svolta sui tassi di interesse: ricordo che un eventuale rialzo del costo del denaro sul lato europeo andrà a richiamare denaro da altri mercati.
I maggiori rendimenti offerti dal mercato del debito saranno percepiti come più vantaggiosi considerando il minor rischio di quest’ultimo rispetto a quello azionario. Una maggior richiesta ed impiego di euro farà aumentare il suo valore in rapporto ad altre valute come il dollaro. Dopo diversi mesi di cambio stabile mi aspetto volatilità su EUR/USD, soprattutto in occasione delle riunioni delle Banche centrali.
Franco Bandelli - www.finanzairriverente.com