La Federal Reserve rischia di aver creato una striatura profonda nei mercati azionari. La settimana scorsa si è chiusa con perdite diffuse, con le Borse visibilmente nervose per quanto successo. Jerome Powell nell'ultima riunione di mercoledì 15 dicembre ha ribadito la svolta hawkish della Banca Centrale statunitense raddoppiando il tapering.
Dal prossimo mese quindi gli acquisti di titoli di Stato USA e di obbligazioni con mutui ipotecari verranno ridotti da 15 a 30 miliardi al mese. Questo significa che il piano di allentamento quantitativo finirà a marzo 2022 e non a giugno come preventivato.
Il mercato ha interpretato l'accelerazione come un'apertura al rialzo dei tassi d'interesse, con la maggior parte dei funzionari della Fed che ormai stima 3 aumenti proprio a partire dalla prossima primavera. Si capiva già da tempo che Powell non avrebbe potuto reggere la narrazione che l'inflazione fosse solo un fenomeno transitorio pronto a spegnersi presto, ovvero non appena la catena degli approvvigionamenti smettesse di languire.
La conferma che è arrivata davanti al Congresso, quando il Governatore ha tolto il termine "transitorio" dal linguaggio riferito all'inflazione, ha creato una crepa nei mercati azionari, i quali hanno perso quella verve rialzista caratteristica dei fasti passati.
Ad appesantire la situazione poi vi è stata la decisione un pò a sorpresa da parte della Bank of England di aumentare il costo del denaro da 0,10% a 0,25%. Segno eloquente che in Gran Bretagna il carovita sta preoccupando di più rispetto alla variante Omicron del Covid-19 che sta seminando 80 mila contagi al giorno.
Si può dire che Andrew Bailey abbia stupito per la seconda volta consecutiva gli analisti. A novembre infatti ha lasciato i tassi fermi nonostante molti si attendessero il primo rialzo post-pandemico. La cosa aveva fatto pensare che l'attenzione per la ripresa economica e l'occupazione fosse ancora preponderante. È bastato un mese per cambiare le carte in tavola, inaugurando un ciclo che verosimilmente porrà fine alla bambagia monetaria.
Borse: le quotazioni scenderanno ancora?
Comprare le azioni in questo clima molto teso potrebbe essere azzardato. In sostanza è questa l'opinione di Bank of America, che in una nota scrive come l'inflazione stia andando fuori controllo e pertanto questo non è il momento adatto per mettersi in posizione long.
Anzi, l'aspettativa è di una capitolazione in piena regola delle quotazioni al punto che l'istituto rimane ribassista fino a quando non succeda qualcosa a Wall Street da far invertire l'inasprimento delle Banche Centrali.
Gli analisti di BofA sono convinti che l'inflazione preceda sempre le recessioni, perché quando i prezzi sono troppo alti la temperatura dell'economia si surriscalda e occorre una stretta forte per riportarla alla normalità.
La view della banca d'affari americana non è del tutto condivisa da parte degli strateghi di Barclays, i quali affermano che i mercati non necessariamente smettono di crescere per via degli aumenti dei tassi. In realtà, meno denaro che viene messo in circolo dalle Banche centrali vuol dire solo che vi sarà meno speculazione e più volatilità sul mercato.