La settimana appena trascorsa si è conclusa in modo contrastato per i maggiori mercati azionari a livello globale. La partita per il 2022 è appena iniziata, ma già si possono fare diverse considerazioni: fino a che i tassi reali (differenza tra tassi e inflazione) sono negativi, ci sarà un contesto positivo per il mercato azionario in quanto gli investitori non trovano conveniente l'obbligazionario con rendimenti particolarmente bassi.
Al netto di particolari imprevisti, l'azionario resterà caratterizzato da positività e volatilità per via delle notizie che si susseguiranno nel corso dell'anno in occasione delle modifiche al costo del denaro da parte della Fed. Ad ogni modo, l'S&P 500 lascia sul terreno quasi il 2%, mentre l'Europa ha chiuso in pari, con l'Italia in rialzo di circa l'1%.
Materie prime: settimana positiva per le commodities
L'indice CRB ha beneficiato di un rialzo del 2,56%, attestandosi a quasi 240 punti. L'inflazione è un elemento che si percepisce quando si fa la spesa, con un carrello più leggero a parità di cifra spesa. Persino il Presidente della Fed, Jerome Powell, non descrive più il fenomeno come temporaneo.
Un modesto grado di inflazione, se tenuta sotto controllo, è benefico per l'economia in quanto evidenzia crescita. Diverso è il caso in cui il dato deriva da uno shock delle catene di approvvigionamento o dalla speculazione, come accaduto nel 2021. In quel caso, la crescita dell'indice dei prezzi al consumo non ha niente di positivo. Chiudono contrastati i due principali componenti dell'indice CRB: l'oro ha ritracciato verso i 1.800 dollari, mentre il petrolio Brent ha beneficiato di un deciso rialzo del 5%, chiudendo a quasi 82 dollari al barile.
Mercato obbligazionario: la Fed risveglia i bond
Nell'ottava appena trascorsa si è assistito ad un forte incremento dei rendimenti del decennale USA, che ha chiuso all'1,75%. Il BTp italiano si è invece fermato all'1,30%. I movimenti sono degni di nota, grazie ad una Federal Reserve con un atteggiamento meno accomodante. Dai verbali dell'ultimo meeting è emerso come un primo rialzo dei tassi di interesse si potrebbe verificare già il prossimo marzo. La BCE appare invece più attendista e non prevede, almeno a parole, modifiche dei tassi nel 2022.
Mercato valutario: dollaro USA forte anche nel 2022?
L'EUR/USD ha chiuso la settimana a 1,1360. Di solito, il dollaro si rafforza sulla scorta di aumenti dei tassi da parte della Fed o anche sulle attese di futuri aumenti. Se si segue questo ragionamento, il 2022 sarà l'anno del biglietto verde in quanto la BCE, a differenza dell'istituto centrale statunitense, non sembra così interessata a rialzare il costo del denaro. I risparmiatori venderanno quindi euro per comprare costose obbligazioni in dollari, rafforzando ulteriormente la divisa americana. A breve vedremo se questo ragionamento ha un suo fondamento.
Franco Bandelli - www.finanzairriverente.com