Wall Street ha chiuso l'ultima seduta in lieve rialzo e si appresta a terminare quest'anno con un bottino di tutto rispetto. L'indice S&P 500 infatti ha finora guadagnato quasi il 28%, viaggiando in prossimità del massimo storico di 4.807 punti raggiunto il 28 dicembre. La cosa risalta in maniera particolare in considerazione delle difficoltà che si rilevano a livello generale sul quadro politico, economico e sanitario.
L'emergenza Covid-19 è più viva che mai, con un'esplosione dei contagi negli Stati Uniti mai vista: 267 mila casi nelle ultime 24 ore, che hanno battuto il record di 251 mila infezioni di gennaio 2021. Crescono anche i ricoveri giornalieri, sebbene di numero inferiore rispetto alle precedenti ondate. Si teme ancora che Omicron, che rappresenta ormai il 59% dei contagi Covid negli USA, possa alla fine portare a misure stringenti che bloccano l'attività produttiva, con riflessi negativi sulla crescita del Paese. Non da meno è la paura degli investitori riguardo l'inflazione, che con ogni probabilità costringerà la Banca Centrale americana ad alzare per ben 3 volte i tassi d'interesse l'anno venturo.
Ancora però le azioni vengono comprate, forse perché i primi studi su Omicron sono meno allarmanti di quanto si poteva temere, in considerazione di una maggiore contagiosità della nuova variante ma letalità più bassa. E forse anche perché in fondo si pensa che alla fine la Federal Reserve non abbandoni completamente il sostegno monetario all'economia e ai mercati finanziari, se prima l'occupazione americana non avrà raggiunto livelli reputati soddisfacenti.
Wall Street: indice S&P 500 a 5.000 punti?
A Wall Street vi è un grande rialzista che continua a scommettere sui rialzi dell'indice S&P 500, almeno per la prima metà del 2022. Si tratta di Jim Paulsen, chief investment strategist del Leuthold Group, che vede il principale paniere americano a oltre 5.000 punti, prima che la Fed inizi il ciclo dei tassi e quindi imponga una correzione dei mercati azionari.
Paulsen prevede una certa volatilità il prossimo anno, ma ci saranno ancora aumenti delle quotazioni in virtù del fatto che la pandemia si trasformerà in un'epidemia e gli investitori acquisiranno maggiore consapevolezza che l'inflazione si starà moderando. L'esperto aggiunge anche che i tassi è scontato che saliranno, ma bisognerà mettersi in fuga dalle azioni solo quando il rendimento dei T-Note USA a 10 anni varcherà la soglia del 3%. Ricordiamo che attualmente i Treasury Bond decennali rendono ancora l'1,53%.
Infine Paulsen scommette su utili delle aziende che rimarranno solidi, così come i fondamentali dell'economia. Quanto all'inflazione, questa si terrà lontana dall'obiettivo del 2% della Fed, il che potrebbe portare l'istituto monetario ad adeguare il target al 3%.