Il momento shock della sterlina è arrivato. Violento come in tutte quelle situazioni dove speculazione e sorpresa si sommano creando una miscela esplosiva. La sterlina era già stata oggetto delle mie attenzioni l’8 settembre in questo
articolo.
L’analisi tecnica ancora una volta ha saputo disegnare il percorso corretto dopo la violazione di livelli tecnici chiave. In quella sede avevo scritto “dopo aver tentato senza successo di spingersi sotto i supporti di area 0,82/0,83, EurGbp sta adesso andando all’attacco della trendline ribassista che ha guidato il ribasso da marzo 2020. Uno strappo sopra 0,87 aprirebbe le porte ad una decisa accelerazione verso 0,90/0,92, a quel punto una soglia tecnica di tutto rispetto da valutare per tornare ad accumulare sterline”.
Detto e fatto con il mercato che ha accelerato in modo travolgente fino alle resistenze. A causare lo strappo le dichiarazioni del Cancelliere dello Scacchiere Kwarteng che ha rincarato la dose sui tagli fiscali dicendo che altri ne arriveranno nel 2023. Benzina su un fuoco già divampato dopo l’annuncio di Liz Truss la settimana scorsa di piani fiscali piuttosto ambiziosi per un paese con un deficit delle partite correnti di -8,2% e inflazione in doppia cifra. E tutto questo non poteva che scaricarsi su sterlina e GILT inglesi andati ben oltre la soglia del 4% sulle scadenze decennali prima dell’intervento della BoE.
Cosa farà la BoE a novembre?
Bank of England che per ora non ha aumentato i tassi di interesse anche se il prossimo meeting previsto per il prossimo 3 novembre rischia di essere troppo lontano per una sterlina così sotto pressione. Interventi sul mercato valutario non avrebbero quella incisività che ha invece mostrato la Bank of Japan. Le riserve valutarie inglesi sono pari a 108 miliardi di dollari, un decimo di quelle giapponesi. Un intervento richiederebbe uno sforzo enorme per risultati modesti.
Al momento il mercato sconta 150 punti base di rialzo a novembre con una politica monetaria che nei prossimi mesi raggiungerebbe il 6%. Questo ha favorito un parziale ammorbidimento della pressione su un Pound sceso ai minimi di sempre contro dollaro.
Nel frattempo la BOE ha cercato di tamponare la fuga di capitali dai GILT
rimettendo in pista il QE (qui trovate un articolo che ci spiega
cosa è il Quantitative Easing). Per garantire liquidità soprattutto agli investitori istituzionali e fondi pensione, i bond a lunga scadenza torneranno ad essere acquistati dalla banca centrale. Anche il Fondo Monetario ha bacchettato la Gran Bretagna sulla non opportunità di misure fiscali così drastiche in un momento di alta inflazione. Moody’s a sua volta ha allertato sulla possibilità di un taglio di rating nel 2023 se queste misure saranno portate avanti.
EurGbp va così a chiudere il mese nella parte alta del range ma senza bucare la resistenza di 0,93. Quello sarebbe il segnale di fine di questo lungo periodo di “vacanza” post Brexit per la sterlina con una facile previsione di almeno 10 figure di rialzo nei prossimi mesi. Il vantaggio di tasso rispetto alla BCE mantiene per ora a galla la sterlina, ma ulteriori pressioni speculative potrebbero emergere da qui a novembre. Nuove scomposte dichiarazioni da parte dei leader inglesi potrebbero così sancire un definitivo strappo di EurGbp verso l’alto. Tatticamente qui ci sarebbe da andare short qualora venisse nuovamente testata la fascia 0.90/0.92 con rigoroso stop loss (e reverse) sopra 0.93