La Lira turca è nuovamente sotto attacco dei mercati e precipita al minimo storico rispetto al dollaro americano. A innescare l'ennesimo sell-off la decisa presa di posizione del Presidente Tayyip Erdogan sulla necessità della Banca centrale di mantenere bassi i tassi d'interesse.
Il leader turco ha indicato approssimativamente come luglio-agosto il periodo propizio perché il costo del denaro cominci ad abbassarsi. La reazione sui mercati valutari è stata immediata, con la moneta di Ankara che ha perso oggi il 3% portandosi a 8,8 per ogni dollaro.
Lira Turca: per Erdogan occorrono tassi bassi per l'inflazione
Erdogan continua ad andare controcorrente rispetto al pensiero comune di tutti i banchieri centrali del mondo, i quali ritengono che tassi bassi mettono in moto la crescita dei prezzi. Il Presidente turco sostiene invece che tagliare il costo del denaro automaticamente significhi che i produttori sopporteranno meno l'onere di finanziamento. Questo si rifletterà in misura minore sul costo della produzione e quindi sui beni di consumo. In sostanza, l'inflazione verrebbe rallentata e non accelerata dalla riduzione dei tassi.
A giudicare dall'andamento dell'inflazione in Turchia non si può certo dire che la politica voluta finora da Erdogan e attuata dai vari Governatori della Central Bank of Turkey sia stata efficace. Attualmente il tasso di crescita dei prezzi è il triplo rispetto all'obiettivo del 5% datosi dall'istituto centrale e questo pone in una condizione imbarazzante e scomoda il Governatore Sahap Kavcioglu.
Kavcioglu si è insediato nel mese di marzo in sostituzione di Naci Agbal, licenziato da Erdogan proprio perché seguiva una politica monetaria troppo restrittiva per quelli che erano gli obiettivi del Presidente turco. Adesso tagliare i tassi potrebbe comportare un rischio molto alto, alla luce di quanto successo in passato, quando sforbiciate al tasso ufficiale di sconto sono state seguite da aumenti ancora più grandi per mettere un freno alla crescita impazzita dell'inflazione.
Lira turca: calo del 20% negli ultimi 3 mesi
Le possibilità di un dietrofront delle massime Autorità dello Stato sono ridotte ai minimi termini, in quanto già nei giorni scorsi si è avuto un rimpasto nei ruoli chiave della Banca centrale, dove alcuni dirigenti sono stati sostituiti. Nel dettaglio i direttori esecutivi dei dipartimenti bancario, di ricerca e di statistica hanno dovuto cedere il posto ad altri di maggiore fiducia di Erdogan.
Questa non è la prima volta che il Governo mette le mani sull'organigramma dell'istituto centrale. Da quando Naci Agbal è stato rimpiazzato dal nuovo Governatore, altri 3 membri del Comitato per la determinazione dei tassi sono stati liquidati proprio perché non in linea con una politica monetaria estremamente espansiva.
In questo clima naturalmente gli investitori si sono accaniti sulla Lira turca, che ha perso circa il 20% dal giorno in cui Kavcioglu si è stabilito ai vertici della Banca Centrale. Secondo Mitul Kotecha, strategist per il mercato emergente per Asia ed Europa di TD Securities, la reazione del mercato alle mosse di Erdogan evidenzia tutta la disapprovazione in un momento in cui l'inflazione persiste a rimanere alta. In questo contesto difficilmente la valuta potrebbe intraprendere un'inversione di tendenza.