Il Dollaro americano (qui le quotazioni in tempo reale di EURUSD) ha perso quota nelle ultime settimane, sebbene da inizio anno il Dollar Index sia in crescita dell'1,4%. In questo periodo il mercato si trova in una condizione di incertezza in quanto non vi sono dei driver chiari che stanno direzionando la valuta in maniera inequivocabile.
Il biglietto verde ha vissuto un'autentica parabola nell'ultimo anno e mezzo. La pandemia ha interrotto un predominio incontrastato corroborato dalla grande forza dell'economia statunitense. Dall'arrivo del Covid-19 e dalla conseguente crisi in cui è precipitata la prima potenza mondiale, il Dollaro USA ha conosciuto una fase di debolezza marcata che solo l'arrivo dei vaccini e delle aspettative di rimbalzo economico ha fatto venire meno.
Dollaro USA: tutti i fattori che influenzano le quotazioni
Le incognite però sono tante. L'enorme quantità di denaro che la Federal Reserve e il Governo americano hanno messo in circolo per sostenere l'economia otrebbe far mantenere le quotazioni del Dollaro su valori contenuti.
Allo stesso modo, il rialzo dei tassi scongiurato da Jerome Powell almeno fino al 2023 dovrebbe contribuire a rendere poco conveniente riempirsi le casse di dollari, quantomeno ragionando in termini di rendimenti di assets denominati in divisa statunitense.
A giocare a favore del biglietto verde però vi stanno due fattori molto importanti. In primis la ripresa dell'economia a stelle e strisce, soprattutto sotto il profilo occupazionale. I dati di oggi pomeriggio sui nuovi posti di lavoro creati nel mese di aprile daranno qualche indicazione più chiara. Ma già occorre dire che sono diversi i segnali che certificano un Paese che sta voltando pagina e che si avvia a grandi passi verso l'immunizzazione dell'intera popolazione dal contagio da Coronavirus.
In secondo luogo bisogna prendere atto che l'inflazione è un problema reale e che si sta facendo sentire sempre di più. Il rally delle materie prime sta innescando un meccanismo che si riflette sui prezzi e su cui la FED non può essere troppo indulgente. Se i rendimenti sui T-Note americani dovessero seguitare al rialzo, saranno in pochi a credere che la Banca Centrale statunitense non intervenga sui tassi prima del 2023 e inizi anzitempo il tapering di cui si parla tanto in questo periodo.
Dollaro USA: il mercato delle opzioni dice short
Considerando tutto ciò, è necessario osservare attentamente l'evoluzione degli eventi, però intanto tra i grandi investitori qualcosa si muove. Sul mercato delle opzioni sono sempre più gli hedge fund e gli asset manager che nelle ultime settimane stanno adottando delle strategie ribassiste che hanno come sottostante il Dollaro USA.
In particolar modo vi sono delle operazioni che mirano soprattutto a vendere opzioni call e che quindi traggono vantaggio dai movimenti laterali e dalle discese della moneta americana. Tuttavia, secondo i dati forniti dalla Commodity Future Trading Commission, le posizioni corte nette sono molto meno estreme di quanto non fossero alla fine del 2020 e questo è anche comprensibile considerata l'evoluzione pandemica di cui si è parlato sopra.
Mike Harvey, specializzato nel trading di opzioni presso la banca d'affari svizzera UBS, ritiene che la volatilità potrebbe aumentare per via dei tassi d'interesse sui titoli di Stato USA più elevati, del calo dei mercati azionari e anche di un cambiamento della FED nella sua politica monetaria. L'esperto però ritiene che solo quando l'istituto centrale darà una sterzata decisiva al suo atteggiamento largamente accomodante, si potranno vedere delle oscillazioni più pronunciate che coinvolgeranno il Dollaro americano.