Su EUR/USD la falsa rottura ribassista di fine marzo è stata seguita da un movimento altrettanto ingannevole sopra 1,20 la scorsa settimana. Quando il breakout rialzista con tanto di test di 1,215 sembrava cosa fatta, ecco che la seduta di venerdì ha riportato la lettera nei book di negoziazione. Settimana che si chiude su un livello molto importante che tra poco analizzeremo dal punto di vista tecnico.
EUR/USD: investitori confortati da notizie USA
Le notizie arrivate dall’America hanno confortato gli investitori. Nei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca, Joe Biden sembra essere stato capace di riportare ottimismo sui mercati finanziari ma anche sulle prospettive dell’economia reale.
L’imponente misura di aiuti alle famiglie sarà corroborata da un piano infrastrutturale senza precedenti che solo in parte verrà finanziato a debito. Dovranno essere big corporate e l’1% dei ricchi americani a sborsare i dollari necessari per rilanciare l’economia piegata dal Covid.
La Fed al momento sembra voler assecondare questa politica economica senza nessuna remora. I dati del PIL del primo trimestre del 2021 confermano che la direzione è quella giusta. Il +6,4% nel Prodotto Interno Lordo domestico è stato trainato dai consumi (+10,7%) e pazienza se le aspettative di inflazione si stanno tarando verso un 2,5% strutturale per la prossima decade.
Il dollaro forte non è un problema visto che si mantiene attorno a 1,20 contro euro e se il mercato si convincerà che sarà la crescita a finanziare i deficit gemelli riportandoli progressivamente nei ranghi, un range di EUR/USD tra 1,15 e 1,25 appare lo scenario più probabile per i mesi a venire.
A meno che a metà giugno la Federal Reserve non deciderà di annunciare un lento ma inesorabile processo di avvicinamento alla fine degli stimoli monetari (tapering) che a quel punto scatenerebbe un po’ di volatilità estiva.
Non è improbabile che questo avvenga nonostante le smentite di Powell e forse è proprio per questo che il dollaro non riesce ad affondare il colpo contro un euro che ancora paga dazio con uno spread di tasso a 10 anni di 185 punti base. Si fatica del resto ad essere ribassisti sul dollaro, soprattutto guardando agli orribili dati del PIL europeo che nei primi tre mesi dell'anno si è contratto dello 0,6% dopo il -0,7% del quarto trimestre.
EUR/USD: analisi tecnica e livelli operativi
Torniamo però al grafico di EUR/USD e monitoriamo con attenzione la media mobile a 20 giorni.
Questo supporto dinamico segnala molto bene i punti di ingresso e uscita ed è un metro di misura importante per il risk management di un trader.
Guardando al passato infatti le chiusure al di sotto di questa media hanno caratterizzato con buona affidabilità l’avvio di una fase discendente o comunque laterale per il cambio. Vista la chiusura di venerdì siamo ancora in modalità rialzista per l'EUR/USD, ma attenzione perchè una flessione sotto 1,199 metterà la parola fine a questa fase negativa per il biglietto verde rilanciando un’azione che potrebbe richiamare un po’ di volatilità sui mercati finanziari.