Il dollaro australiano sta vivendo una fase di stallo dopo il vigoroso trend rialzista degli ultimi mesi. I motivi non sono tanto legati ai tassi di interesse o ai dati macro, ma alla rinnovata tensione che sta prendendo corpo con la Cina che sa tanto di ritorsione da parte di Pechino dopo la decisione di Canberra di appoggiare alcune iniziative a difesa dei diritti civili di alcune minoranze etniche.
I dazi sui vini australiani sono stati la prima mossa di una strategia che i cinesi sono soliti adottare per ricattare economie dipendenti dal ciclo economico del gigante asiatico. Le relazioni tra i due Paesi continuano però a peggiorare.
Il Ministro degli Esteri dell'Australia ha di fatto annunciato che non se ne farà nulla del memorandum di intesa che era stato siglato tra lo stato di Victoria e la China National Development Reform Commission relativamente alla Belt and Road Initiative.
Accordo siglato nel 2018 che voleva incrementare gli investimenti in nuove infrastrutture. Ovviamente Pechino ha risposto dicendo che questa è un’altra provocazione pericolosa ai danni degli interessi cinesi. Se le tensioni dovessero peggiorare, sarebbero inevitabili le ripercussioni sul dollaro australiano.
Dollaro australiano: gli effetti della politica accomodante della RBA
Il dollaro australiano rientra nella categoria delle commodity currencies e la reazione doverosa del cambio in area 0,76 ha confermato per ora il mercato rialzista. Ci troviamo di fronte ad una Reserve Bank of Australia che sta facendo lo stesso gioco della Federal Reserve nella comunicazione ai mercati delle prossime manovre di politica monetaria.
I dati mostrano infatti una ripresa economica (ultimo in ordine di apparizione quello sulla disoccupazione scesa al 5,6%), ma la Banca centrale continua a ripetere ai mercati che non c’è fretta di alzare i tassi di interesse. Anche qui l’inflazione non sembra per il momento rappresentare un problema, anzi.
Il prossimo meeting di politica monetaria è previsto per il 4 maggio ma è evidente che a fronte di un’inflazione in rialzo (le aspettative a 10 anni sono al 2,2%, il massimo livello dal 2016) ed una RBA che ribadisce uno stretto controllo della curva dei tassi fino al 2024, l’Aussie potrebbe perdere un po' di terreno.
AUD/USD: analisi tecnica e livelli da monitorare
Tecnicamente faccio notare che per AUD/USD il pericolo che si potrebbe intravedere sotto 0,76, ovvero un livello dove la formalizzazione di una figura di testa e spalle ribassista aprirebbe le porte ad una discesa che avrebbe come obiettivo 0,72.
Credo che questo rischio possa concretizzarsi solo a fronte di un crollo improvviso nel prezzo delle materie prime oppure di un inasprimento delle tensioni con la Cina tale da portare a dazi e blocchi di esportazioni molto più consistenti di quelli visti finora. Fino a quel momento il long sulle correzione rimane la strategia più corretta.