Il rublo russo continua ad essere una delle valute emergenti che, assieme al real brasiliano, ha beneficiato poco del rialzo recente delle materie prime, con gli investitori in fuga sul timore che nuove sanzioni si possano abbattere presto su Mosca da Stati Uniti e Europa.
A questo si aggiungono i nuovi venti di guerra che stanno soffiando nel Donbass al confine con l’Ucraina e i rumor che vedrebbero Putin non perfettamente in forma dal punto di vista della salute personale. Di recente l’Economist ha reso noto con il suo indicatore Big Mac Index che il rublo è una delle valute più sottovalutate al mondo. Basti pensare che un hamburger a Mosca costa quasi il 70% in meno rispetto allo stesso acquistato in una città americana.
E pensare che negli ultimi mesi il prezzo del petrolio ha fornito un sostegno non indifferente alla valuta russa, con il Paese che vede oltre il 50% del suo export legato alla preziosa materia prima. Nell’ultimo anno il prezzo del greggio WTI quotato a New York ha guadagnato oltre il 40%, il Rublo a malapena ha recuperato il 4%.
I dati che preoccupano di più la Banca centrale russa sono quelli legati all’inflazione. A marzo la variazione dei prezzi al consumo ha sfiorato il 6% e questo costringerà Mosca ad un nuovo inasprimento del costo del denaro (ora i tassi sono al 4,5%) che metterà definitivamente la parola fine ad una politica espansiva senza precedenti.
Tassi reali negativi che non forniscono quella giusta attrattività ad una divisa appesa alle decisioni dei grandi del mondo su nuove sanzioni economiche che potrebbero rendere ancora più difficoltosa la ripresa economica.
USD/RUB: analisi tecnica e strategie operative
Dal punto di vista tecnico il cambio USD/RUB sta assumendo una conformazione grafica piuttosto preoccupante per la valuta di Mosca. Dopo aver toccato con precisione la media mobile a 200 giorni, il cambio ha rimbalzato ancora una volta sul supporto dinamico dirigendosi verso quella che rimane la resistenza chiave anche in prospettiva.
Stiamo parlando dell'area di 80 dove si posiziona la parete superiore della figura di consolidamento che unisce i due massimi primari del 2020. Possibile che ancora una volta la resistenza regga l’urto dei venditori di rubli e per questo uno short tattico con rigido stop loss può avere un suo senso.
Rimane naturalmente in piedi l’ipotesi che il sostegno ceda e allora uno stop and reverse sarebbe più che opportuno per contenere il rischio di cavalcare quello che a quel punto temo diventerebbe un sell-off piuttosto pesante per la divisa russa.