La chiusura di luglio è risultata particolarmente benigna per lo yen giapponese, con un cambio USD/JPY salito fino a 140 prima di precipitare di oltre 500 pips in chiusura di mese grazie alla forte compressione dei tassi USA a lunga scadenza. Merito anche di una curva dei rendimenti sempre più invertita e della formalizzazione della recessione americana.
I mercati sanno che la Fed alzerà ancora i tassi, ma anche che lo spread inferiore ai 50 punti base tra rendimenti a lunga scadenza e a 3 mesi sta per segnalare alla Banca centrale che tirare troppo la corda rischia di essere devastante per l’economia. Così i differenziali di tasso tra USA e Giappone tornano a restringersi e l’oro torna a rifiatare dopo la discesa in zona 1.700 dollari l’oncia.
Yen: ecco tutte le indicazioni favorevoli al rialzo
Dal punto di vista dell’analisi tecnica, USD/JPY ha messo in archivio luglio con una figura di Shooting star, evento raro su scala mensile che sembra mettere in evidenza la zona che il mercato ha tracciato per quello che riguarda la debolezza dello yen. Per il momento quindi, la politica della Bank of Japan di privilegiare la crescita economica non alzando i tassi e rischiando un po' sull’inflazione sembra dare i suoi frutti.
Non sono finora serviti interventi valutari perché ci ha pensato da solo il mercato restringendo i differenziali di rendimento con i Treasury. I tassi decennali statunitensi sono scesi ampiamente sotto il 3%, quelli giapponesi rimangono immobili sotto lo 0,25%. Una prima indicazione bullish sulla valuta nipponica è quindi arrivata, ma serviranno conferme nelle prossime settimane. Un altro indizio è il tasso di variazione annuale, che ha superato l’asticella del +20%: in passato, ciò ha evidenziato un top primario per USD/JPY.
Oro: le strategie long rimangono interessanti per i prossimi mesi
Se quindi la discesa dello yen nei prossimi mesi si ripresenterà come occasione per accumulare, lo stesso possiamo dire per l’oro. Più sensibile all’andamento dei tassi reali americani, il metallo giallo è ben correlato inversamente con USD/JPY. Il motivo è il rallentamento economico globale e quindi minori pressioni inflazionistiche e necessità di premere sull’acceleratore dei tassi da parte delle Banche centrali.
Anche per l’oro la decisa reazione dei compratori in area 1.700 dollari l’oncia, peraltro minimo di un certo spessore già registrato a marzo e agosto 2021, ci fa capire l’importanza tecnica e anche operativa di tale intorno. Due trade anti recessione, short USD/JPY e long oro, da tenere in debita considerazione per i prossimi mesi.