Con l'inflazione alle porte, il dibattito tra quale asset tra oro e Bitcoin sia più indicato come strumento di copertura si fa sempre più acceso tra investitori e banche d'affari. Negli ultimi tempi il metallo giallo e la criptovaluta hanno avuto un andamento opposto.
Il primo si è ripreso dopo un crollo di 400 dollari dal suo massimo storico a 2.075 dollari l'oncia, e ora viaggia sopra quota 1.900 dollari. La valuta digitale si è allontanata dal top di sempre a 64.780 dollari e ora ondeggia nell'intervallo 35.000-40.000 dollari.
La discriminante è rappresentata dalla volatilità. Alcuni ritengono che le estreme oscillazioni della criptovaluta non le possano conferire il ruolo che il prezioso ha avuto per tanti anni come porto sicuro, mentre altri sono convinti che nel tempo Bitcoin sarà un asset stabile man mano che verrà sempre più istituzionalizzato.
Oro vs Bitcoin: la posizione degli hedge fund
Sulla questione si è espresso Troy Gayeski, Co-Chief Investment Officer e Senior Portfolio manager di SkyBridge Capital, un hedge fund da 7,5 miliardi di dollari. A suo giudizio sia oro che Bitcoin saranno destinati a salire per il fatto che in concomitanza si vedranno alta inflazione e dollaro USA debole.
Anche se la Federal Reserve ridurrà gradualmente il piano d'acquisti, la quantità enorme di denaro che è confluita nel mercato grazie ai giganteschi stimoli monetari e fiscali in funzione anti-pandemica ha inferto un colpo letale al biglietto verde, il quale verosimilmente potrebbe vivere una lunga fase di debolezza.
Tutto questo giocherà a vantaggio degli assets quotati in dollari, i quali riceveranno una spinta ulteriore dal ricorso degli investitori verso i beni rifugio per proteggere il portafoglio dalla risalita dei prezzi. Le preoccupazioni per il tapering, secondo Gayeski, saranno spuntate in quanto comunque la Fed non inizierà a ridurre il piano di acquisti prima del 2022, continunando nel frattempo a mettere in bilancio 120 miliardi di dollari in titoli del Tesoro ogni mese.
In ragione di tutto questo, il fondo investirà in Bitcoin e oro, con una leggera predominanza del token per effetto di una maggiore attrattività in termini di rendimento, nonostante il rischio sia palesemente più alto. Tuttavia, Gayeski ritiene che il prossimo anno potremmo vedere il metallo prezioso brillare ancora di più e raggiungere un nuovo massimo storico.
Oro vs Bitcoin: la posizione delle banche d'affari
L'argomento su cosa preferire tra oro e Bitcoin è divisorio anche tra le più grosse banche d'affari di Wall Street. Sullo sfondo vi è un tema che è legato all'ambiente e che ancora sta tenendo banco nell'opinione pubblica. Sembra dominare il pensiero che sia l'uno che l'altro abbiano un problema serio da affrontare in tale contesto.
Più in generale invece alcuni istituti come Citigroup affermano che il metallo giallo abbia perso quel lustro che aveva in passato, dal momento in cui l'avanzata delle criptovalute si è fatta sempre più imponente. In verità la banca statunitense ha sempre espresso una certa cautela sulle monete virtuali pur mettendo in gioco la possibilità di offrire il trading ai propri clienti, ovviamente in ottica di una regolamentazione delle Autorità americane.
Goldman Sachs invece non ha preferenze, asserendo che i due assets possono benissimo coesistere e svolgere la stessa funzione. Al momento sulle criptovalute la banca d'affari ha comunque una posizione molto possibilista, mettendosi in attesa che vi sia il via libera da parte delle Authority per consentirne l'acquisto, la vendita e la detenzione. Per ora Goldman Sachs offre un servizio ai suoi clienti istituzionali di negoziazione di future con sottostante Bitcoin.