Bitcoin ha perso quota negli ultimi giorni dopo che verso la fine del mese scorso aveva superato nuovamente la soglia psicologica di 50.000 dollari. Adesso veleggia appena sopra i 46.000 dollari avvertendo tutte le incertezze legate alla crescita economica, alla minaccia del Covid-19 che sta dilagando in ogni Paese e all'inflazione che rappresenta una spina nel fianco per le Banche centrali.
La principale criptovaluta si sta comportando esattamente come i mercati azionari, a riprova del fatto che parliamo di un'attività di rischio e che forse poco ha a che fare con la valenza di bene rifugio che alcuni gli attribusicono. È probabile quindi che nel corso del 2022 la dinamica del mercato delle criptovalute sia in qualche modo correlata al mood degli investitori riguardo la propensione al rischio.
Quindi, se è vero che quest'ultima potrebbe venire meno per effetto dell'avanzata della variante Omicron e della stretta monetaria della Federal Reserve, è difficilmente immaginabile che Bitcoin possa inanellare una serie di rialzi come quelli effettuati nel 2021, dove ha realizzato una performance del 60%.
Bitcoin: ecco perché potrebbe arrivare a 100.000 dollari
Una buona parte dei sostenitori di Bitcoin continua a ritenere che arriverà a 100.000 dollari e tale ipotesi non viene smentita da Goldman Sachs. La banca d'affari americana mette in gioco la possibilità che la quota di mercato della cripto sul valore complessivo di Bitcoin e oro possa salire dal 20% attuale al 50% nei prossimi 5 anni.
Questo implica che il prezzo della criptovaluta supererebbe di poco la cifra di 100.000 dollari, con un rendimento annuo composto intorno al 17-18%. Goldman Sachs sottolinea che la domanda per l'assets sarà frutto di un'ampia adozione a livello istituzionale nei vari Paesi e nemmeno il consumo di risorse reali potrà rappresentare un ostacolo alla crescita.
L'analisi di Goldman è condivisa da Antoni Trenchev, Managing partner di Nexo, che individua nella politica monetaria della Fed e nel metaverso i principali catalizzatori per la moneta virtuale. A giudizio dell'esperto, la Banca Centrale USA continuerà a mantenere il denaro a buon mercato perché non resisterà ad un crollo del 10%-20% del mercato azionario.
Inoltre l'entusiasmo per il metaverso, con la costruzione delle infrastrutture e la presenza degli NFT, genererà un aumento considerevole di domanda nelle criptovalute. Per tali ragioni Trenchev stima che entro la fine di giugno 2022 Bitcoin raggiungerà la soglia fatidica di 100.000 dollari.
Di parere contrario è Jeffrey Halley, analista senior di Oanda Asia Pacific. Halley afferma che la Fed e altre Banche centrali normalizzeranno la politica dei tassi e questo metterà seriamente in discussione l'alternativa delle criptovalute alle monete fiat.
Inoltre, su tutto il mondo crittografico incombe la minaccia di una maggiore regolamentazione che andrebbe a ridimensionare la speculazione che vi è intorno. L'analista sostiene che le criptovalute siano "il più grande caso di stupidità di gruppo nella storia dei mercati finanziari".