La possibilità che l'inflazione negli Stati Uniti abbia raggiunto un picco ha permesso agli indici borsistici americani di registrare un netto miglioramento.
L'S&P 500 è aumentato di quasi il 7% dal 10 novembre, giorno in cui sono stati rilasciati i numeri, risultati migliori delle previsioni, sull'andamento dell'inflazione. Il mercato ora si aspetta che la
Federal Reserve allenti la sua politica monetaria.
Gli strategist di Goldman Sachs però invitano alla prudenza, perché il mercato ancora non ha scontato del tutto l'arrivo di una recessione. Secondo il team della banca d'investimento statunitense, nel prezzo delle azioni è incorporato solo l'11% di probabilità di un rallentamento della crescita negli Stati Uniti nel 2023, mentre secondo il modello di Goldman Sachs vi è una probabilità del 39% che si verifichi una contrazione economica.
Gli esperti sottolineano come solitamente le azioni tendono a rimbalzare una volta che l'inflazione raggiunge il picco, ma solo se si evita una recessione. In caso contrario, è lecito attendersi una discesa di un altro 10% a Wall Street nei 6-9 mesi successivi al picco. Goldman Sachs sostiene che, anche se il rischio di recessione è relativamente basso, vi sono altri rischi relativi alla liquidità e alla solvibilità che sono aumentati per ogni classe di asset.
Wall Street: gli altri fattori contrarian
All'inizio della scorsa settimana, Goldman Sachs aveva detto di attendersi per fine 2023 un S&P 500 pressoché invariato rispetto alla precedente chiusura settimanale in quota 4.000 punti. Ora gli analisi hanno rimarcato il fatto che le azioni rimarranno sotto pressione, anche se la politica monetaria della Fed diventerà meno aggressiva. "I premi al rischio azionario appaiono bassi considerando l'elevato rischio di recessione e l'incertezza sul mix crescita/inflazione", hanno scritto.
A sfavorire rialzi dei titoli azionari c'è anche una exit strategy dalla strategia "Zero Covid" cinese che appare sempre più disordinata e una ragione tecnica derivante dall'avvicinamento del principale benchmark americano alla resistenza cruciale della media mobile a 200 giorni. Se da quest'ultimo livello il rally dovesse essere respinto, "le operazioni ribassiste a breve termine potrebbero innescare prese di profitto".
Goldman Sachs: ecco dove investire
Quindi dove investire? L'istituto finanziario preferisce le obbligazioni alle azioni, perché offrono un migliore rapporto rischio/rendimento e dovrebbero essere meno correlate con le azioni nel 2023. Per tutto il 2022, infatti, i due assets si sono mossi in tandem, facendo venire meno l'efficacia della strategia 60/40 che ha funzionato bene negli anni, soprattutto nei momenti di grandi turbolenze nei mercati.
Ad ogni modo, su un orizzonte temporale di tre mesi, Goldman Sachs raccomanda di rimanere relativamente difensivi, sovrappesando la liquidità e il credito di alta qualità a breve. In un arco temporale di 12 mesi, invece, valutare le opportunità per aggiungere rischi, sovrappesando le materie prime.