Quella di questa sera forse sarà la riunione della Federal Reserve più importante dell'anno. Non tanto e non solo perché giunge alla fine di un anno molto difficile sotto svariate sfaccettature, ma perché da lì si capirà che cosa dovremmo aspettarci nei prossimi mesi e probabilmente nei prossimi anni sui mercati finanziari.
L'influenza che ha la Banca Centrale americana non è paragonabile a quella di ogni altra cosa, almeno stando nei limiti di fattori macroeconomici e non considerando eventi catastrofici come cigni neri, calamità naturali e quant'altro.
In queste ultime settimane infatti la frase di Jerome Powell davanti al Congresso degli Stati Uniti sull'inflazione, non considerata più transitoria dal numero uno della Fed, ha avuto un tale potere condizionante da mettere quasi in secondo piano il riacutizzarsi del Covid-19 con la variante Omicron. L'attesa quindi di cosa dirà stasera il Governatore si fa rovente, con i mercati che si aspettano una conferma della svolta da falco che l'istituto monetario ha ormai impresso nella sua politica monetaria.
Morgan Stanley: 5 azioni su cui puntare per proteggersi da Fed
La conseguenza di tutto ciò sarà una volatilità che verosimilmente si manterrà molto elevata, con l'accrescere del nervosismo degli investitori. A questo punto viene lecito domandarsi come fare per cercare di attutire l'impatto delle oscillazioni dei prezzi. Al riguardo gli strateghi di Morgan Stanley hanno identificato 5 titoli che possono fungere da barriera protettiva, grazie a flussi di cassa stabili e poco condizionabili dalle decisioni in tema di tassi d'interesse e tapering . Vediamoli di seguito:
Meta Platform
L'ormai ex Facebook ha in questo momento multipli interessanti, scambiando le azioni a 23,5 volte i guadagni attesi per i prossimi 12 mesi, al di sotto dei 23,9 volte che risulta dalla media degli ultimi 5 anni. In realtà l'attesa di un aumento dei tassi d'interesse nel prossimo anno da parte della Banca Centrale americana dovrebbe essere un deterrente a investire nel titolo Meta.
La ragione è che, facendo parte quest'ultimo della schiera dei tecnologici, i flussi reddituali futuri sarebbero meno preziosi con uno sconto a costo maggiore. Questo però è compensato dal fatto che la valutazione dei multipli è già scesa di 32 volte dal picco pandemico, per effetto dell'aumento dei rendimenti obbligazionari. Nell'ultimo anno le azioni a Wall Street comunque hanno guadagnato quasi il 22%.
Philip Morris
La multinazionale americana del tabacco viene negoziata in Borsa a 14 volte le proiezioni di profitto per il 2022, mentre negli ultimi 5 anni in media questo valore è stato di 16 volte. Le quotazioni a Wall Street provengono da 3 mesi consecutivi di vendite, con il titolo che è passato dal picco annuale di 106,51 a 91,92 dollari, come da ultima seduta. Negli ultimi 12 mesi invece la performance si aggira intorno al 9%.
Northrop Grumman
La società statunitense attiva nel campo aerospaziale e della difesa presenta un multiplo di 15, al di sotto della media quinquennale di 16. Quest'anno, dopo aver raggiunto l'apice a 408,03 nel mese di ottobre, il titolo in Borsa si è arenato subendo una correzione fino a 345,90. A dicembre però sembra aver ripreso slancio ed è cresciuto dell'8,75%, rafforzando il rendimento al 26% dall'anno scorso di questi tempi.
Cigna Corp
La multinazionale americana di servizi sanitari e assicurativi ha al momento una quotazione di Borsa che è 9,6 volte i profitti forward, mentre nell'ultimo quinquennio la media si è mantenuta intorno a 12 volte. Con l'emergere della variante Omicron, le azioni al NYSE sono state colpite da un sell-off violento a partire dal 18 novembre che le hanno viste precipitare del 12%. Nel mese corrente 9 sedute consecutive al rialzo hanno però fatto recuperare tutto il valore. Nelle ultime 52 settimane il titolo ha guadagnato il 6,63%.
AbbVie
Il colosso biofarmaceutico USA viene scambiato a Wall Street a 9,1 volte gli utili attesi per il prossimo anno, valore inferiore alla media a 5 anni di 10 volte. Proprio questo mese le quotazioni nella Borsa di New York hanno superato il massimo storico di 125,81 dollari raggiunto nel 2018, arrivando al top di 127,85 dollari. A 1 anno la variazione sul mercato statunitense è stata circa del 22%.