Le turbolenze nei mercati azionari che si sono viste in questi giorni hanno destabilizzato gli investitori, che ora si stanno chiedendo se questo possa essere o meno il momento giusto per entrare a mercato. Dalla fine di marzo, nelle Borse mondiali sono stati polverizzati circa 11.000 miliardi di dollari a furia di pesanti ribassi che si sono registrati.
L'escalation della guerra Russia-Ucraina e le aspettative di aumento dei tassi d'interesse della
Federal Reserve con ogni probabilità sono state le principali responsabili del peggioramento del sentiment di mercato. A questo però va aggiunta la situazione in Cina con il riemergere del Covid-19, che ha spinto il Governo cinese ad attuare misure restrittive nell'ambito della sua politica di azzeramento dei contagi.
Ciò però ha generato non pochi danni all'economia del Dragone, come dimostrano alcuni dati macroeconomici che denunciano un rallentamento preoccupante della crescita.
In questo clima generale a tinte fosche gli operatori di mercato sono impauriti e hanno abbassato notevolmente la propensione al rischio, soprattutto verso quei titoli che più di altri sono ricettivi di questo stato delle cose.
Azioni: è il momento di ripartire?
Alcuni analisti di importanti banche d'affari ritengono però che questi cali possano rappresentare delle interessanti opportunità, visti i prezzi di mercato più convenienti. Peter Oppenheimer, chief global equity strategist di Goldman Sachs, ritiene che molte preoccupazioni relative all'inflazione, alla crescita, alle politiche monetarie della Fed e alla guerra Russia-Ucraina siano già state scontate dal mercato. Pertanto le azioni in un'ottica di medio-lungo termine sembrano attraenti, nonostante i rischi al ribasso nel breve siano sempre in agguato.
Anche Marko Kolanovic di JP Morgan, considera questo un
livello di prezzi che può costituire una base di ripartenza. L'esperto ha esortato gli investitori ad accrescere il proprio livello di rischio in quanto l'aggressività della Banca Centrale USA ha raggiunto il suo apice. Vi è da dire che anche a metà del mese scorso Kolanovic aveva lanciato la stessa raccomandazione, con particolare attenzione alle azioni tecnologiche, biotecnologiche e dell'innovazione. Da allora però il
NASDAQ-100 ha chiuso ogni settimana sistematicamente con un passivo.
Tra i ribassisti vi è il team di Bank of America, che prevede una prosecuzione delle vendite a Wall Street fino a ottobre, con l'indice S&P 500 che una volta sceso sotto 4.000 punti potrebbe mettere gli investitori in fuga. Michael Wilson di Morgan Stanley ritiene che nel breve termine il principale indice americano scenda come minimo a 3.800 e potrebbe arrivare fino a 3.460. La ragione deriva dalle preoccupazioni legate al contesto economico, con il rischio crescente di stagflazione che finisce per impattare sulle prospettive d'investimento.
Vincent Juvyns, uno stratega del mercato globale presso JP Morgan Asset Management, ha affermato che in questo momento vi sia una tempesta perfetta costituita da inflazione, guerra in Ucraina, politica zero Covid in Cina e normalizzazione della politica monetaria. Tutto ciò probabilmente porterà presto a toccare il fondo, secondo il suo giudizio.