Didi, il colosso cinese dei trasporti privati, ha annunciato un piano di delisting del titolo da Wall Street. Dopo l'IPO lanciata appena 5 mesi fa, la società non ha resistito alle pressioni di Pechino ed ha comunicato di quotarsi invece alla Borsa di Hong Kong. Vediamo tutti i dettagli.
Didi cede a Pechino: pronto il delisting da Wall Street
Tra le accuse mosse dalle autorità di Pechino, che nei mesi precedenti si sono accanite contro i giganti del settore tecnologico del Paese, in particolare quelle quotate negli USA, quella di aver ingaggiato conducenti e utilizzato vetture non in regola, e di aver violato anche i principi del mercato relativi alla concorrenza.
L'annuncio di Didi era ormai scontato dagli operatori dei mercati finanziari: il titolo aveva sofferto forti cali la scorsa settimana, dopo la diffusione di alcune indiscrezioni, secondo cui le autorità cinesi avevano chiesto ai dirigenti dell'azienda di formulare un piano di delisting da Wall Street.
La potente Cyberspace Administration of China (CAC) aveva ordinato agli app store di rimuovere 25 delle app mobili di Didi e ha detto alla società di interrompere la registrazione di nuovi utenti, citando la sicurezza nazionale e l'interesse pubblico. "Dopo un'attenta ricerca, la società inizierà immediatamente il delisting dalla borsa di New York e inizierà i preparativi per la quotazione a Hong Kong", ha affermato Didi sul suo account social Weibo.
Delisting Didi colpisce Softbank e Uber, ADR cinesi tentennano
Il delisting colpisce i principali azionisti della società: Softbank e Uber, che detengono insieme una partecipazione superiore al 30% del capitale. Il titolo Didi è crollato del 44% circa dal giorno della quotazione lanciata al NYSE il 30 giugno scorso, chiudendo a 7,80 dollari nella seduta di contrattazioni di ieri.
La mossa probabilmente scoraggerà ulteriormente le società cinesi dalla quotazione negli Stati Uniti e potrebbe indurre alcune a riconsiderare il loro status di società quotate a Wall Street. "Gli ADR cinesi affrontano crescenti sfide normative da parte delle autorità statunitensi e cinesi. Per la maggior parte delle aziende, sarà come camminare sulle uova cercando di accontentare entrambe le parti. Il delisting semplificherà solo le cose", ha affermato Wang Qi di MegaTrust Investment.