I regolatori cinesi hanno chiesto ai massimi dirigenti di Didi Global di elaborare un piano per il delisting dalle borse USA, una richiesta senza precedenti che probabilmente farà rivivere i timori sulle intenzioni di Pechino contro la sua gigantesca industria tecnologica. Vediamo insieme tutti i dettagli.
Azioni Didi: la CIna vuole il delisting dalla Borsa USA
L'autorità di vigilanza tecnologica del Paese vuole che la Direzione porti la società fuori dalla Borsa di New York a causa delle preoccupazioni sulla perdita di dati sensibili, si legge su Bloomberg. La Cyberspace Administration of China (CAC), l'agenzia responsabile della sicurezza dei dati nel Paese, ha ordinato a Didi di elaborare un piano preciso di delisting, previa approvazione del governo.
Le proposte in esame includono una privatizzazione diretta o una quotazione azionaria a Hong Kong seguita da un delisting dagli USA, ha affermato una fonte vicina alla questione a Bloomberg. Se la privatizzazione procede, la proposta sarà probabilmente almeno il prezzo dell'IPO di 14 dollari poiché un'offerta più bassa subito dopo l'offerta pubblica iniziale di giugno potrebbe provocare azioni legali o resistenza da parte degli azionisti.
Se c'è una quotazione secondaria a Hong Kong, il prezzo dell'IPO sarebbe probabilmente uno sconto sul prezzo delle azioni negli Stati Uniti, ha detto la fonte. È possibile che i regolatori facciano marcia indietro sulla loro richiesta.
Entrambe le opzioni infliggerebbero un duro colpo a un gigante che ha tirato fuori la più grande IPO statunitense da parte di un'azienda cinese da quella di Alibaba Group nel 2014. I rappresentanti di Didi e del CAC al momento non hanno risposto alle richieste di commento.
Didi: delisting solo prima punizione da parte di Pechino?
Didi ha scatenato le ire di Pechino quando ha proceduto con l'offerta di azioni a New York quest'estate, nonostante le richieste normative di garantire la sicurezza dei suoi dati prima dell'IPO. Le autorità di regolamentazione cinesi hanno rapidamente avviato molteplici indagini sulla società e hanno preso in considerazione una serie di sanzioni senza precedenti, secondo quanto riportato da Bloomberg News a luglio.
È possibile che il delisting faccia parte di un "pacchetto" di punizioni per Didi. Il governo municipale di Pechino ha proposto un investimento nella società che darebbe alle aziende statali un controllo effettivo, secondo quanto riportato da Bloomberg News a settembre. Un tale investimento potrebbe aiutare Didi a finanziare il riacquisto delle sue azioni quotate negli Stati Uniti.
Didi è attualmente controllata dal team di gestione del co-fondatore Cheng Wei e del presidente Jean Liu, che ha ricevuto un potere di voto aggregato del 58% dopo l'offerta pubblica iniziale negli Stati Uniti. SoftBank e Uber Technologies sono i maggiori azionisti di minoranza di Didi.