Come era previsto da tutti, l'esordio ieri a Wall Street di Coinbase è stato scoppiettante. Le azioni del più grande Exchange di criptovalute del Mondo hanno aperto a 381 dollari da una valutazione base di 250. Immediatamente sono arrivate fino a 429 dollari, raggiungendo una valutazione di 112 miliardi di dollari, prima del tracollo fino a 328,28 dollari come ultimo prezzo battuto della seduta.
Alla fine la società sarebbe valutata 85,8 miliardi di dollari se si considerano anche le opzioni e altri premi sulle azioni. L'obiettivo di 100 miliardi di dollari non è stato centrato se non nei frangenti iniziali delle contrattazioni, ma comunque i prossimi giorni si preannunciano all'insegna dell'altissima volatilità.
Il business dell'azienda infatti è strettamente correlato con l'andamento soprattutto delle due criptovalute principali, Bitcoin ed Ethereum, che da qualche giorno hanno ripreso ad aggiornare i record storici.
Azioni Coinbase: Cathie Wood investe 246 milioni di dollari
Tra gli acquisti eccellenti delle azioni Coinbase nel suo primo giorno di quotazione non potevano mancare quelli dei fondi Ark di Cathie Wood, grande sostenitrice dell'innovazione e quindi delle valute virtuali. Tre ETF, ovvero Ark Innovation, Ark Fintech Innovation e Ark Next Generation Internet, hanno investito complessivamente 246 milioni di dollari portando a casa 749.205 azioni.
Le aziende in cui notoriamente investono i fondi Ark sono coinvolte in qualche modo in tendenze dirompenti, per questo motivo la distribuzione dei soldi dei fondi deve essere diversificata per evitare concentrazioni. Di conseguenza, per comprare Coinbase, ieri nel contempo Ark Next Generation ha venduto 57.043 azioni di Tesla e Ark Fintech Innovation 37.471 titoli di Intercontinental Exchange.
Azioni Coinbase: allarme regolamentazione criptovalute
Vanno comprate le azioni Coinbase? Il grande successo delle criptovalute ha determinato in questi ultimi 2 anni i risultati eccezionali della società. Solo nei primi 3 mesi del 2021 l'azienda ha guadagnato più di quanto non abbia fatto in tutto il 2020, che pure aveva visto il fatturato arrivare a 1,3 miliardi di dollari. Le previsioni per il trimestre sono di un volume d'affari di 1,8 miliardi di dollari e un utile compreso tra 730 e 800 milioni di dollari.
Dall'Exchange passa il numero maggiore di scambi delle valute digitali, a tutto vantaggio delle commissioni applicate ai trader, che ammontano all'1,95% per i piccoli investitori e allo 0,05% per gli istituzionali. Coinbase ha raggiunto oggi 56 milioni di utenti e l'obiettivo immediato è di arrivare a 7 milioni di nuovi clienti mensili. Soprattutto la società conta di aumentare l'ingresso degli istituzionali che potrebbero davvero segnare un cambio di passo notevole.
Ma basterà tutto questo a mettere al riparo dai rischi? Molti stanno cercando di scongiurare l'eventualità che si verifichi una crisi delle criptovalute come quella del 2017 quando, dopo aver viaggiato sui massimi di sempre, le monete virtuali sono precipitate violentemente fino a perdere l'80% del loro valore.
In realtà nessuno può assicurare che la cosa non si ripeta, sebbene oggi ci sia un'altra consapevolezza sulla validità e l'importanza di questi assets in un mondo digitalizzato. Esiste però un problema regolamentazione che minaccia di colpire il settore e che giocoforza coinvolge anche gli Exchange come Coinbase in cui le valute vengono trattate.
Secondo Sheila Warren , responsabile dei dati, blockchain e risorse digitali del World Economic Forum, molto presto si assisterà a una serie di tentativi piuttosto seri per cercare di regolamentare il mondo dei token digitali. Questo perché la domanda è in continuo aumento e le Autorità non possono rimanere a guardare a lungo senza intervenire.
Il punto di domanda che rimane è se la quotazione di Coinbase si possa considerare come la fine di un periodo in cui si è raggiunto il picco o solo l'inizio di una nuova era digitale dove nulla sarà più come prima.