Le azioni di Bank of America sono sotto la parità (-0,4%) nelle contrattazioni prima dell'apertura a Wall Street, dopo la pubblicazione della trimestrale che ha riportato dati in chiaroscuro. Se i ricavi dell'azienda sono in linea con il consensus, gli utili hanno deluso le attese e comunque registrato un autentico crollo rispetto allo scorso anno. Il secondo trimestre alla fine ha riflesso quelle che sono le incertezze a livello macroeconomico e che stanno investendo un po' tutto il settore bancario. Finora comunque Citigroup e Goldman Sachs hanno rilasciato dati superiori alle attese, mentre il secondo trimestre non è stato finora molto benevolo per altre big americane come JP Morgan, Wells Fargo e Morgan Stanley.
Nel comunicato stampa, l'Amministratore Delegato di BofA, Brian Moynihan, ha affermato che la solidità delle attività dei clienti, insieme a tassi d'interesse più elevati, ha consentito una forte crescita del reddito da interessi, permettendo buoni risultati anche in un contesto di mercati dei capitali indeboliti. Il CEO della banca ha anche affermato che BofA è ben posizionata per fornire valore agli azionisti nella seconda metà dell'anno, sebbene non abbia fornito indicazioni finanziarie.
BofA: i risultati della trimestrale
I tre mesi terminati a giugno hanno visto un utile della banca d'affari americana di 6,2 miliardi, o 0,73 dollari per azione, al di sotto degli 0,75 dollari attesi dagli analisti. Il crollo è stato del 32% rispetto allo scorso anno, in cui BofA aveva guadagnato circa 1,6 miliardi di dollari, con EPS a 1,03 dollari. I ricavi invece sono cresciuti del 6% a 22,7 miliardi di dollari, più o meno in linea con le stime di Wall Street.
Entrando nel dettaglio,
il reddito da interessi netti è balzato del 22% a 12,4 miliardi di dollari, per effetto dell'aumento dei tassi da parte della
Federal Reserve e della crescita dei prestiti effettuati dall'istituto di credito.
Quello non derivante dagli interessi però è diminuito del 9%, a causa di mercati dei capitali più deboli. Sono saliti i ricavi da negoziazione a 4,2 miliardi di dollari, facendo segnare un incremento del 17%.
Gli introiti del consumer banking sono aumentati del 12%, ma l'utile netto è sceso del 5%. La ragione è da attribuire al rallentamento dell'economia, che ha generato un aumento delle spese di accantonamento per le perdite su crediti. L'accantonamento totale nel trimestre è passato da 523 milioni a 2,623 miliardi di dollari.
Sono letteralmente crollate invece le entrate derivanti dall'attività di investment banking. BofA ha incassato il 47% in meno di commissioni, pari a 1,1 miliardi di dollari. Questo è un segmento che ha visto un rallentamento anche per JP Morgan e Morgan Stanley, per via della riduzione delle operazioni straordinarie delle aziende, che hanno risentito di una maggiore incertezza economica. Quanto al trading, sono saliti i ricavi riguardo il mercato obbligazionario del 19% a 2,3 miliardi di dollari e quelli relativi al mercato azionario del 2% a 1,7 miliardi di dollari.
BofA: vanno comprate le azioni in Borsa?
Le azioni BofA nel 2022 non sono andate molto bene a Wall Street, dal momento che hanno subito un calo del 28%. Tale performance è stata peggiore rispetto a quella dell'indice generale S&P 500, scivolato del 19%. Nel complesso, il vantaggio generato dai tassi d'interesse più alti e da una quasi sorprendente crescita della domanda di prestiti, è stato annullato da un'inflazione dirompente che ha reso sempre più concreti i timori di una recessione in arrivo.
Se si guarda alla politica monetaria della Fed per la seconda parte dell'anno, tutta orientata al rialzo del costo del denaro, le prospettive non sono delle migliori per il titolo BofA. Questo ovviamente se ci si focalizza sull'aspetto recessivo. È da considerare, però, che molto di tutto ciò è già incorporato nei prezzi e tassi più alti non possono far altro che favorire la redditività della banca, attraverso margini di intermediazione più ampi.