La stagione degli utili rappresenterà un banco di prova importante per le banche europee, in merito alla loro resilienza di fronte alla guerra Russia-Ucraina. Il settore sta vivendo un momento molto delicato, perché lo scoppio del conflitto nell'Est Europa ha avuto un effetto detonante che non era atteso.
La prospettiva di aumento dei tassi da parte delle Banche centrali aveva nei primi mesi dell'anno fornito una spinta notevole alle azioni bancarie, che stavano sovraperformando il mercato. La ragione era dettata dal fatto che tassi più alti fanno aumentare il margine della propria attività di intermediazione, perché i tassi su finanziamenti e mutui concessi vengono adeguati molto più rapidamente rispetto a quelli sui depositi della clientela.
A questo si aggiunge anche l'uscita dalla fase pandemica, in cui gli istituti finanziari hanno dovuto effettuare accantonamenti e svalutazioni per effetto dei crediti in sofferenza generati dalla crisi economica. Le ostilità belliche tra Russia e Ucraina hanno scompaginato un quadro generale fino a quel momento ideale, facendo riemergere il problema delle perdite sui crediti quanto più forte risultava l'esposizione alla Russia.
Molte banche dovranno effettuare una sfilza di svalutazioni. In testa vi sono Raiffeisen Bank e
UniCredit, che hanno una quantità di asset maggiore in Russia, ma nel gruppo sono inseriti istituti del calibro di Deutsche Bank,
Intesa Sanpaolo, UBS e BNP Paribas. Altri enti come Barclays, UBS, HSBC e Standard Chartered sono meno coinvolti per via della loro minore esposizione all'Europa.
L'impatto finanziario comunque non sarà facile da stimare, perché potrebbe richiedere il tempo necessario per fare le dovute valutazioni. Ad esempio, Société Générale aveva 18 miliardi di euro di esposizione verso Mosca ma, quando ha annunciato la sua uscita, ha comunicato una svalutazione di 3,1 miliardi di euro. Diverse variabili dovranno essere tenute in considerazione, che definiranno il loro peso con l'evoluzione della guerra in corso e il probabile arrivo di altre sanzioni alla Russia.
Banche europee: le preoccupazioni della BCE
La Banca Centrale Europea comunque ha espresso molta preoccupazione per gli scenari che potrebbero venirsi a configurare con la guerra Russia-Ucraina. L'Eurotower ha avvertito infatti che le banche sono le prime a risentire dell'impatto che alcune forze macroeconomiche potranno avere sull'attività aziendale.
Queste forze riguardano le prospettive di embarghi sull'energia russa, che spinge al rialzo il costo delle materie prime come petrolio e gas, alimentando il costo degli input in tutta la catena produttiva.
Giocoforza,
la BCE potrebbe essere costretta ad aumentare i tassi d'interesse, esattamente come ha fatto la
Federal Reserve. Questo però rischierebbe di rivelarsi un boomerang per l'economia, perché le prospettive di crescita sono più deboli e quindi il pericolo è quello di
vanificare gli effetti benefici delle riaperture post-pandemiche.
Azioni bancarie europee: perché comprarle ora
Quindi che argomenti validi sussistono in questo momento per investire nelle azioni bancarie europee? Un elemento positivo da considerare è che le banche hanno accumulato riserve di capitale durante la pandemia, il che significa che gli investitori potrebbero aspettarsi durante la stagione degli utili comunicazioni interessanti su dividendi e riacquisti di azioni.
Naturalmente, sarà molto importante capire come le aziende di credito vedranno le prospettive economiche generali e inerenti la propria realtà aziendale, con le dinamiche del conflitto in essere.