Amazon sta ridimensionando la quantità di articoli distribuiti con il proprio marchio e sta addirittura pensando di uscire completamente da questo business. Secondo alcune fonti dell'azienda, i dirigenti hanno discusso di tagliare l'assortimento di oltre il 50%. Questo è arrivato dopo che il capo dell'attività di consumo globale della società, Dave Clark, ha avviato la revisione del business, con la quale ha spinto l'azienda a concentrarsi maggiormente sui beni più venduti, piuttosto che offrire una vasta gamma di prodotti che non rendono.
La strategia è stata finora quella di vedere quali tipologie di prodotto non hanno venduto abbastanza da raggiungere una certa soglia di profitto e di eliminarle gradualmente. Ora invece l'obiettivo è quello di tenere quegli articoli che si vendono rapidamente, in modo da rendere più snelli i magazzini e le consegne.
Amazon ha cominciato a distribuire a proprio marchio nel 2009, soprattutto prodotti di elettronica; adesso lo fa con ogni tipo di articolo: dall'abbigliamento, ai mobili, ai prodotti alimentari e per la casa. Alcuni anni fa
Jeff Bezos, all'epoca Amministratore Delegato dell'azienda, aveva dato disposizioni di vendere con proprio marchio fino al 10% delle vendite totali. Da allora sono stati aggiunti migliaia di articoli. Ad ogni modo, oggi
solo l'1% delle vendite al dettaglio dell'e-commerce sono rappresentate dai suoi marchi, su un fatturato totale che lo scorso anno ha sfiorato i 470 miliardi di dollari.
Amazon: ecco perché taglia i prodotti a proprio marchio
Dal 2020, il gigante e-commerce distribuisce circa 243 mila prodotti con 45 marchi diversi e questo genera una competizione con altri venditori della sua piattaforma. La decisione di ridurre il numero di articoli a proprio marchio deriva sia dalle vendite deludenti di molti di questi, sia per alleviare la pressione normativa.
Negli ultimi anni infatti, le Authority hanno sollevato critiche per il fatto che Amazon avvantaggi le proprie vendite rispetto a quelle di altri commercianti presenti nel suo sito. Ciò ha fatto infuriare molti venditori, attivando i controlli dell'Antitrust per eventuali pratiche scorrette e anti-concorrenziali.
La società guidata da Andy Jassy è stata accusata anche di copiare il design, ossia di apporre etichette ai suoi articoli somiglianti a quelle di altri commercianti. Tale questione è stata trattata sia da Autorità come la
Securities and Exchange Commission sia dal Congresso USA, che stanno indagando su come la società abbia svolto alcune sue pratiche commerciali. Mentre la Federal Trade Commission ha messo in esame le pratiche che riguardano nello specifico la concorrenza.
Questa continua pressione ha spinto il management di Amazon a considerare anche la piena uscita dai marchi privati. Ciò potrebbe essere preso come un gesto estremo se le Autorità dovessero minacciare o addirittura presentare un contenzioso.