Gli economisti di tutto il mondo stanno dibattendo in questo periodo su un grande rischio che potrebbe colpire l'economia dei principali Paesi del mondo, ovvero la recessione. Dopo la tragedia pandemica che aveva affossato il PIL globale, vi è stato un grande sprint economico che ha portato crescita e un recupero dei posti di lavoro precedentemente sterminati. Questo aveva trasmesso entusiasmo, in armonia con il fatto che gli utili aziendali continuavano a far brillare gli occhi agli osservatori e le Banche centrali proseguivano con iniezioni di denaro liquido rivitalizzando l'economia e le Borse.
Non si erano però fatti i conti con un nemico che stava imperversando facendosi sempre più strada: l'inflazione. I prezzi al consumo hanno cominciato a crescere come effetto collaterale del boom della domanda post-pandemica e dei vincoli alle catene di approvvigionamento. La situazione è esplosa con il rally delle materie prime, soprattutto quelle energetiche, portato all'estremo dalla guerra Russia-Ucraina.
A quel punto i principali istituti monetari non hanno potuto fare altro che
intervenire sulla politica monetaria, ancor più quando le letture dell'inflazione non lasciavano altra scelta. La
Federal Reserve ha alzato i tassi d'interesse per tre volte quest'anno, mentre la
Bank of England è arrivata a cinque strette a partire da dicembre 2021. La
Banca Centrale Europea, invece, comincerà il ciclo di aumenti del costo del denaro da questo mese.
Tutto ciò ha alimentato la paura che una recessione sia imminente o comunque inevitabile, perché le Banche centrali devono essere particolarmente rigide di fronte a un'inflazione così alta. Il Governatore della Fed,
Jerome Powell, ha detto che una recessione non è inevitabile, ma l'impressione generale che se ne trae è che invece una contrazione arrivi, poi vi è da discutere se sarà lieve o profonda.
Recessione: ecco chi colpirà secondo Nomura
Tra coloro che non hanno dubbi sull'arrivo di una recessione nei prossimi 12 mesi vi sono gli analisti di Nomura, convinti che almeno 7 Paesi vedranno una flessione della loro economia. In testa vi saranno gli Stati Uniti a cadere nel 2023, ma saranno accompagnati da Europa, Regno Unito, Giappone, Corea del Sud, Australia e Canada.
Le principali motivazioni sono da ascrivere all'inasprimento della politica monetaria, all'inflazione più rapida e al peggioramento delle condizioni finanziarie, osservano gli esperti della banca giapponese. Questi Stati non possono fare nemmeno affidamento sulle esportazioni, scrivono gli analisti, in quanto vi sarà il rallentamento sincronizzato della crescita dell'economia mondiale.
Nomura ritiene che gli istituti centrali, guidati dalla Federal Reserve, non vorranno perdere credibilità e quindi sceglieranno di stringere troppo. Secondo le previsioni degli analisti, la Fed dovrebbe cominciare ad allentare la sua politica monetaria a settembre del prossimo anno, quando il tasso di riferimento sarà arrivato al 3,75% e si vedrà un primo taglio dello 0,25%. Nel contempo verranno ridotti i tassi anche dalle Banche centrali di Australia, Regno Unito, Canada, Corea del Sud ed Europa.
Chi potrebbe scamparla da una recessione è la Cina, per Nomura. La seconda più grande economia del mondo è emersa in questo secondo trimestre, nonostante il rallentamento dell'economia dovuto alle chiusure delle attività economiche per effetto del dilagare del Covid-19.