I rendimenti dei titoli di Stato americani sono tornati a crescere, grazie all'aumento dei tassi d'interesse da parte della
Federal Reserve. Gli investitori ora possono ottenere un tasso del 3,2% sui T-Note a tre mesi, del 3,8% sui bond a sei mesi e del 3,9% su quelli a un anno. Mentre, estendendo l'orizzonte temporale a 10 anni, i Treasury Bond rendono il 3,45%.
I risparmiatori particolarmente avversi al rischio possono finalmente tornare a veder crescere il proprio capitale, dopo oltre un decennio in cui hanno dovuto fare i conti con rendimenti quasi nulli, se non addirittura negativi. Se le previsioni sull'inflazione saranno corrette, per il prossimo anno sarà possibile ottenere anche rendimenti reali positivi dai titoli del mercato monetario, una cosa che non accadeva da moltissimo tempo.
Ovviamente molto dipenderà dalla dinamica dei prezzi e dalle politiche monetarie della Banca Centrale statunitense. La sensazione pero è che sarà difficile per un po' rivedere una situazione come quella degli ultimi anni, dove la quantità enorme di moneta iniettata dalla Fed nel mercato monetario ha sotterrato i rendimenti. Il mutato contesto economico e politico probabilmente farà da freno a un ritorno al passato.
T-Note USA: chi si vince e chi perde da maggiori rendimenti
Se a beneficiare di questa variazione che si è avuta nel mercato dei titoli di Stato sono i risparmiatori, la stessa cosa non può dirsi per il Tesoro americano, principale perdente poiché si trova a pagare oneri più elevati per finanziare il proprio debito pubblico. Questo potrebbe essere dannoso non solo per le pressioni sul debito in sé, ma anche perché rischierebbe di limitare la spesa pubblica e gli investimenti per rilanciare l'economia, se quest'ultima dovesse essere colpita da una recessione.
A esultare sono invece anche alcune aziende come Berkshire Hathaway. Il conglomerato finanziario gestito dal guru degli investimenti
Warren Buffett, infatti, detiene una quantità di denaro contante che, stando ai dati societari della fine del primo semestre, si aggira intorno ai 100 miliardi di dollari. Di questi, tre quarti sono rappresentati da buoni del Tesoro americani. Buffett non ha mai fatto mistero delle sue preferenze di mantenere la gran parte del cash in T-Note USA.
Tra le altre società che detengono una grande quantità di contanti e di titoli di Stato USA bisogna ricordare Apple, con 179 miliardi di dollari alla fine di giugno, Alphabet, con 125 miliardi di dollari, e Microsoft, con 105 miliardi di dollari.
Uno dei motivi che ha attirato tutti questi investitori nei T-Note è rappresentato dalla tassazione: i titoli sono esenti dalle tasse statali e locali, e questo fa la differenza, soprattutto rispetto ad altri assets a reddito fisso.
I vari fattori positivi sicuramente attireranno gli ETF che investono nelle obbligazioni pubbliche americane. "Gli investitori riconoscono che man mano che la Fed aumenta i tassi, i portafogli degli ETF si trasformeranno e le obbligazioni che entreranno, lo faranno con rendimenti più elevati", ha detto Steve Laipply, responsabile statunitense degli ETF obbligazionari di BlackRock, che gestisce iShares. "Questo dovrebbe aumentare i rendimenti degli ETF obbligazionari, in particolare quelli con scadenze più brevi", aggiunge.