Dopo sette strette sui tassi consecutive, di cui le ultime quattro da 75 punti base e l’ultima da 50pb, il mercato si sta posizionando per una nuova fase in cui il processo di normalizzazione del costo del denaro statunitense prosegue ad un ritmo più moderato.
Questo alla luce di quanto già fatto nelle ultime riunioni, del tempo necessario affinché i rialzi dei tassi producano effetto e dell'andamento dei prezzi, che sembrerebbe in netto rallentamento (al 9,1% a giugno 2022, l’inflazione statunitense a novembre si è attestata al 7,1%).
Al 3,5% a giugno, il tasso “finale” dei Fed Funds, quello che porterà la Fed a fermare le strette attualmente si attesta al 5,1%. Quindi, calcolando che al momento il costo del denaro Usa si attesta al 4,25-4,5%, non dovremmo essere così lontani dalla fine delle strette.
Treasury: è il momento di investire sulle duration lunghe?
Nel 2022 il mercato del reddito fisso ha dovuto fronteggiare un rialzo dei rendimenti eccezionale sia in termini assoluti, dai 3 ai 6 punti percentuali a seconda dell’asset class, e sia per la velocità con cui è avvenuto. In questo contesto, i Treasury hanno fatto registrare il peggior anno dal 1970.
Anche se le sorprese negative potrebbero non esser finite, il “pivot point” della Federal Reserve potrebbe salire se l’inflazione dovesse rivelarsi particolarmente resiliente, quello attuale sembrerebbe un buon momento per aprire una posizione sul comparto obbligazionario con duration lunghe, visto che i rendimenti sono a livelli che non si vedevano da decenni.
È il momento di acquistare Treasury a 30 anni?
Possiamo quindi andare a vedere quelli che sono i Treasury con scadenza più lunga attualmente sul mercato. Da una ricerca emerge che nell’anno corrente sono stati emessi, con cadenza trimestrale, quattro titoli trentennali.
La prima cosa che salta all’occhio è la crescita progressiva e stabile del tasso cedolare semestrale, ed il conseguente incremento del prezzo del bond. Discorso differente deve essere fatto per il rendimento lordo a scadenza che, sulla base dei prezzi di acquisto fissati alle 13.30 del 12 dicembre, ci fa preferire il titolo contrassegnato dal codice Isin US912810TJ79, che permette di ottenere uno yield del 3,54% (questo ovviamente nel caso dell’acquisto del titolo e del mantenimento in portafoglio fino a scadenza).
Sempre restando su un orizzonte di investimento trentennale, rendimenti interessanti possono essere ottenuti con i titoli con scadenza 2050-51. In particolare, c’è il titolo con Isin US912810SS87 che garantisce un rendimento del 3,84% (contro, ad esempio, il 2,39% di quello al 2051, US912810TB44).
Ovviamente in tempi di inflazione galoppante, il primo confronto è con l’andamento dei prezzi al consumo: utilizzando lo stesso arco temporale, 30 anni, vediamo come il dato medio relativo l’inflazione statunitense si è attestato al 5,64%. Di conseguenza, oggi l’investimento in Treasury statunitensi a lungo termine non sembrerebbe convenire, anche se il dato relativo l’inflazione media degli ultimi 30 anni è pesantemente influenzato dall’andamento dei prezzi nel 2022 (senza il quale la media si attesta al 3,86%).
Un altro elemento che potrebbe ridurre il rendimento complessivo è rappresentato dall’andamento del dollaro: nonostante negli ultimi tre mesi il cambio euro/dollaro si sia allontanato dai minimi degli ultimi 20 anni, il biglietto verde è ancora sopravvalutato e potrebbe incidere sul rendimento complessivo dell’investimento.