I prezzi del gas naturale in Europa si sono impennati nuovamente nelle ultime ore dopo la notizia che la Germania ha interrotto la procedura di certificazione del gasdotto russo Nord Stream 2. Da quel momento gli operatori hanno percepito che i passi avanti che si erano fatti nelle ultime settimane rischiano di vanificarsi.
Il Premier russo Vladmir Putin aveva rallentato la corsa della materia prima quando ha dichiarato che l'ente energetico di Stato Gazprom avrebbe riempito i siti di stoccaggio europei a partire dal mese di novembre, soprattutto in Germania e in Austria, che si trovavano rispettivamente al 10% e al 20% della loro capacità. Tuttavia, le operazioni sono procedute al rallentatore, rendendo evidente che un cambio di marcia effettivo ci sarebbe stato solo una volta che dall'Europa fosse arrivato il via libera definitivo al Nord Stream 2.
Nord Stream 2: l'altolà della Germania
Il Regolatore energetico tedesco ha quindi effettuato una sospensione del processo di certificazione prima che possa attuarsi un collegamento con la Russia. In questo modo l'ente con sede in Svizzera Nord Stream 2 AG, di proprietà di Gazprom PJSC, potrà costituire una filiale tedesca per soddisfare i criteri dell'UE. Questi impongono ai produttori di gas una separazione delle attività che trasportano carburante.
Già ad agosto vi era stata la richiesta di esenzione dalle regole, puntualmente respinta dai tribunali tedeschi. Il Regolatore ha ora comunicato che la certificazione di Nord Stream 2 sarebbe possibile solo a condizione che l'operatore fosse organizzato nella forma giuridica prevista dalla legislazione tedesca. In questo momento il progetto non può essere approvato perché i proprietari di Gazprom hanno creato una filiale tedesca non ancora adeguatamente costituita secondo la legge del principale Paese dell'Unione.
L'iter di approvazione avrebbe come scadenza naturale l'8 gennaio 2022 e con ogni probabilità subirà un ritardo perché rimarrà in stand-by fino a quando non saranno soddisfatti tutti i requisiti che richiedono il trasferimento dei beni essenziali e delle risorse umane nella controllata di Gazprom.
La Germania quindi fa un passo indietro rispetto al passato, quando la cancelliera Angela Merkel si era schierata contro gli Stati Uniti per sostenere il progetto del gasdotto, mentre da oltreoceano si paventava una eccessiva dipendenza dell'Europa dall'energia russa. Da Bruxelles si aspetta solamente che da Berlino arrivi la finalizzazione della bozza del processo di certificazione, da quel momento la Commissione Europea avrà 2 mesi di tempo per la valutazione della bozza stessa.
Gas naturale: rischio black-out in Europa per l'inverno
La situazione adesso si fa rovente perché il Vecchio Continente rischia di rimanere a corto di energia ora che le temperature tendono ad abbassarsi con la stagione invernale. In base ad alcune stime di BloombergNEF, se Nord Stream 2 ricevesse il disco verde dall'Europa e diventasse operativo come da programma, lo stoccaggio nella Regione sarebbe di 17,2 miliardi di metri cubi alla fine di marzo, ovvero il 26% della capacità. In caso contrario non si andrebbe oltre i 13,7 miliardi di metri cubi, ossia il 21% del pieno.
Jeremy Weir, Amministratore Delegato di Trafigura, uno dei più grandi trader di materie prime al mondo, ha sollevato l'allarme affermando che il gas è insufficiente in Europa, nonostante le promesse di un aumento di flussi dalla Russia. L'esperto sottolinea che non si sta immagazzinando per il periodo invernale e questo è estremamente preoccupante, con il rischio di blackout energetici continui nei Paesi dell'Unione.
Weir ha aggiunto che l'aumento costante dei prezzi del gas naturale è stato molto impegnativo per i trader, che sono stati costretti a tagliare le posizioni sui future a causa della richiesta ulteriore di margini per coprire l'esposizione nei derivati. La volatilità potrà continuare sul mercato ancora per un po', essendo che l'energia europea è diventata fortemente dipendente dal gas naturale, dopo il taglio alle fonti di carbone.